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Dollaro chiude il miglior trimestre. Occhi su yen, euro e lira turca

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Nonostante le difficoltà fatte registrare venerdì, il dollaro USA chiude il trimestre più rialzista del 2023 e si conferma intorno a livelli che sono i più alti da 10 mesi a questa parte. Anche in presenza dati di lettura incerta arrivati durante la settimana dall’economia degli Stati Uniti, l’outlook per la divisa nazionale di Washington rimane ampiamente positivo, in particolare a causa delle difficoltà evidenti di sterlina britannica, euro e yen giapponese.

Sarà difficile per l’ultimo trimestre dell’anno vedere il dollaro USA confermare le performance del terzo trimestre, per quanto per il momento sembri altrettanto improbabile assistere al recupero delle valute principali sulle piazze internazionali, condizionate da atteggiamenti incerti delle banche centrali di riferimento e da problemi economici che si dovranno fronteggiare da qui a breve. E anche la minaccia di intervento di Tokyo apparentemente in concerto con Federal Reserve e la volontà da parte degli Stati Uniti di garantire, per quanto possibile, stabilità ai cambi non sembrano sortire gli effetti sperati.

Il dollaro si conferma forte. Ma il quarto trimestre potrebbe…

Si apre il quarto trimestre 2023: sarà ancora all’insegna del dollaro?

Investitori professionali e istituzionali sembrano concordare sul fatto che il quarto trimestre del 2023 sarà ancora all’insegna di una forza del dollaro – assoluta nei confronti delle altre principali valute.

L’indice DXY si trova sui livelli più alti da inizio anno, ma comunque in perdita rispetto a quanto si faceva registrare nell’ottobre 2022, lasciando intendere che potrebbe esserci ulteriore spazio per un rafforzamento del dollaro.

La situazione è però molto diversa rispetto a quella di un anno fa – e andrà analizzata per tutti coloro i quali decideranno di operare sul mercato del Forex nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.

Siamo, senza ormai alcun tipo di dubbio, vicini al termine del ciclo monetario restrittivo anche a Washington, con Londra e Francoforte però che potrebbero anticipare lo stop definitivo ai rialzi, complici situazioni non eccellenti in termini di economia e di andamento dei mercati interni. Questa è una delle aspettative che confermano un outlook positivo per il dollaro USA rispetto alle altre due divise.

Sarà difficile per il dollaro ripetere la performance del terzo trimestre

Tokyo ancora nel mirino degli speculatori?

Il governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha già annunciato possibili interventi a difesa dello yen, affermando inoltre che la lotta all’inflazione e il ritorno in target al 2% rimarrà la priorità della banca centrale, qualunque siano i costi che la stessa banca dovrà sopportare. Un annuncio che è arrivato nel tentativo di placare voci di corridoio che ritengono lo spazio di manovra di Tokyo estremamente stretto. Al tempo stesso tali voci indicano come improbabile un ritorno del Giappone in territorio di tassi di interesse positivi, per quanto anche questa mossa sia stata paventata più volte da Ueda, anche se in un futuro non meglio precisato.

Lo yen, peggiore tra le valute principali da inizio anno, dovrà cercare di invertire la tendenza e di combattere un sentiment ancora particolarmente negativo tra gli addetti ai lavori. Tokyo ha confermato di avere una safe line da Washington che potrebbe aiutare nell’invertire il trend e punire gli speculatori, per quanto anche queste rivelazioni abbiano sortito in realtà effetti minimi sui mercati.

Emergenti: occhio alla lira turca

Sul fronte delle valute esotiche, rimane di massimo interesse l’andamento della lira turca. La cura da cavallo a base di tassi di interesse improvvisamente molto elevati non sembra aver ancora sortito effetti considerevoli. Con ogni probabilità la banca centrale continuerà a muoversi al rialzo con i tassi, nel tentativo di riportare entro certi limiti un’inflazione in doppia cifra che appare ormai come fuori controllo.

Discorso che però andrebbe affrontato anche nei confronti dell’euro, verso il quale a partire da luglio c’è stato un recupero più interessante. Sul fatto che Ankara ce la possa fare a stretto giro di posta, permane l’incertezza.

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