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È crisi per immobiliare tedesco: attesi effetti su tutta l’economia
È crisi senza alcuna possibilità di inversione per il settore immobiliare tedesco, con gli effetti che potrebbero ripercuotersi tanto sugli altri settori dell’economia tedesca, sia su quella europea in senso più ampio. La concomitanza di una domanda ridotta da parte della popolazione, di tassi che sono stati oggetto di una lunga serie di rialzi e di costi delle materie prime hanno letteralmente affondato uno dei settori più floridi dell’economia di Berlino.
La crisi è l’ennesima patata bollente nelle mani del governo di Olaf Scholz, che deve far fronte da un lato alla crisi del settore in termini economici, dall’altro all’emergenza abitativa che ha ormai colpito diverse delle grandi città tedesche. Questo mentre le spese pazze dei governi europei sono una via meno percorribile, sempre per le dinamiche innescate dai rialzi dei tassi di BCE, al fine di contenere l’inflazione e di riportarla possibilmente vicina al target del 2%.
Prezzi giù, ma i volumi non migliorano: è crisi per il comparto immobiliare in Germania
La combinazione di fattori è di quelle importanti e in grado di fiaccare anche economie che se passano bene, figurarsi quella di una Germania in crisi profonda. Tassi alle stelle, che colpiscono in primo luogo i settori capital intensive come quello delle costruzioni. Costi esorbitanti per le materie prime, che sono ancora del 40% più alti rispetto a quelli pre-COVID. In aggiunta pesa la sopracitata crisi per l’economia tedesca anche in altri comparti, che rende meno appetibile il grande passo dell’acquisto di un’abitazione.
I risultati sono già plasticamente descritti dai numeri: secondo Ifo più di un’impresa su cinque ha cancellato progetti di costruzione, dato che è il più alto dal 1991, ovvero dalla data in cui si è iniziato a registrare tali movimenti.
Se è vero che quando Atene piange, Sparta non ride, è altrettanto vero che la situazione in Germania è di gran lunga, tanto per il settore immobiliare quanto invece per gli altri, peggiore che altrove. La ex locomotiva europea dovrà ora far fronte a difficoltà che passano nelle mani del governo, che ha annunciato diversi piani per risolvere l’altro problema legato alla crisi immobiliare. L’offerta di immobili è carente e questo ha contribuito a prezzi stratosferici in tutte le maggiori città del paese.
Prezzi giù, e non solo
I problemi sono anche in altri numeri. Il prezzo delle case – in media – è sceso del 10% secondo i dati riguardanti il secondo trimestre del 2023, anno su anno. Si tratta del peggiore calo di tutta l’area euro. In aggiunta, anche i numeri sulla richiesta di nuovi permessi sono in calo e lo sono in modo molto più rapido che nel resto dell’Europa, dove comunque la situazione non è delle migliori.
Ma quanto vale per l’economia tedesca? Certamente la situazione è diversa da quella cinese, dove non solo il settore immobiliare è più importante, ma dove la crisi è certamente più profonda. Si parla di circa un 5% del PIL, con il rallentamento però che si aggiunge ad un andamento già preoccupante per Berlino e per il resto della Germania.
Il settore immobiliare, in aggiunta, è in genere una locomotiva per la crescita anche per un’economia strutturata e avanzata come quella tedesca, fatto che contribuisce a rendere lo scenario ancora più fosco.
E in Europa? I dati sono migliori, ma sono in pochi a scommettere sul fatto che altri paesi possano assumere il ruolo di leader e rimpiazzare la Germania come volano per la crescita di tutto il continente.
I tassi alti si stanno già pagando a carissimo prezzo: difficile pensare per ora che si possa fare di più. Dita incrociate, dunque, sul ritorno dell’inflazione su livelli più contenuti.