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BASF annuncia tagli agli investimenti. Germania KO?

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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BASF annuncia un importante piano di tagli agli investimenti, con riduzione di tanti dei progetti attualmente operativi. Le borse brindano, con il titolo che è uno dei più forti in Europa a metà seduta: +5%, a fronte comunque di mercati relativamente pimpanti in tutta Europa. Il segnale però, fatto salvo l’effetto immediato sul titolo di BASF in borsa, non sembra essere dei migliori per l’economia tedesca, che in diversi ritengono essere il grande malato d’Europa.

Segnali preoccupanti anche per il ruolo che l’economia tedesca interpreta all’interno dell’Unione Europea. Un ruolo di faro ormai spento che crea ulteriori preoccupazioni per il futuro dell’area euro in termini di crescita economica e dunque benessere. Ma c’è oggi altro di cui parlare: è la scelta di BASF allineata a quella di tanti altri gruppi tedeschi di ridurre gli investimenti su un arco di almeno 4 anni.

BASF annuncia tagli importanti

BASF: remi in barca sugli investimenti. Arriva l’annuncio

Martedì 31 ottobre si è aperto nel peggiore dei modi per chi guarda al futuro economico dell’Europa e, a quanto parrebbe, nel migliore dei modi per gli azionisti di BASF, gigante della chimica tedesco. Il gruppo ha infatti annunciato tagli importanti ai piani di investimento per i prossimi anni. Il CEO del gruppo, Martin Brudermüller, ha infatti comunicato al pubblico un taglio di almeno il 15% per i prossimi quattro anni. Saranno tagliati molti progetti, che saranno però sostituiti, dice sempre il CEO del gruppo, da investimenti alternativi che richiederanno impieghi di capitale minori.

Non è il primo gruppo a prendere decisioni del genere. Volkswagen ha annunciato tagli importanti sia alla produzione – ad esempio nel settore elettrico – sia in termini di investimenti futuri. La prima spiegazione è che quando il costo del capitale si fa più alto, i progetti più velleitari finiscono (correttamente) nel cassetto per essere forse ripresi in futuro. La seconda spiegazione possibile è che la Germania – e i dati sembrerebbero confermarlo – stia soffrendo più degli altri paesi europei e delle altre economie sviluppate.

Al centro di questa equazione c’è certamente anche il problema cinese: il mercato della Repubblica Popolare è da tempo uno dei più importati per le produzioni tedesche. E ora che la domanda cinese langue, è chiaro che a soffrirne in misura maggiore sia l’economia di Berlino.

Tempi duri
Per la locomotiva tedesca tempi duri

Situazione complicata anche in altri comparti

Kloecner, produttore di acciaio tra i più importanti, aveva annunciato soltanto 24 ore fa una riduzione della forza lavoro importante in seguito a proiezioni non entusiasmanti per la fine del 2023, segno che il problema è ovviamente diffuso, come altrimenti non potrebbe essere quando a dare segnali di crisi è BASF, che è quintessenziale per il funzionamento dell’intera industria tedesca.

Il problema c’è e per quanto fosse evidente ormai da tempo, forse in pochi immaginavano una situazione che appare come compromessa e come difficile da invertire in termini di trend.

I dati arrivati oggi dalla Cina non aiutano ad avere un outlook positivo – mentre gli spettri di recessione si fanno sempre più materiali.

Perché i mercati brindano?

In questo caso perché i piani di tagli a investimenti nei quali sembrava credere poco anche BASF stessa sono considerati come positivi. Sono mosse comunque a tutela del patrimonio della società e per favorire la possibilità che il gruppo possa fronteggiare senza grossi problemi periodi che si annunciano come molto duri.

A favorire il momento di relativa eccitazione dei mercati anche dati relativamente buoni sull’inflazione, per quanto il GDP sia in territorio negativo. Problemi importanti, che richiedono a chi investe la massima attenzione alla situazione europea. Una situazione europea che sembrerebbe essere quella davvero compromessa, almeno nel circolo delle economie sviluppate.

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