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Euro fiacco contro il dollaro: nessuno crede a BCE?
Sì, è picco dei tassi di interesse in Europa e la prossima volta che ci sarà una decisione diversa dallo stop ai tassi ci sarà un taglio degli stessi, ma non c’è nessuna data da segnare sul calendario, almeno secondo quanto ha affermato Francois Villeroy de Galhau, che siede al tavolo importante della Banca Centrale Europea e che dunque avrà almeno in parte potere decisionale sulla vicenda. Dalla decisione sui tassi, mentre negli USA ormai si prevedono 75 punti base di tagli già per il 2024 secondo le stesse previsioni del FOMC.
La vera questione adesso sarà valutare se i mercati prenderanno sul serio o meno le parole che arrivano da BCE, cosa che appare in realtà assai poco probabile, data la situazione economica che sta montando in Europa e che, a rigor di logica, dovrebbe comandare un taglio dei tassi repentino, per offrire respiro ad un’economia alla canna del gas o quasi, anche in quei paesi che hanno fatto storicamente da locomotiva per la pur blanda crescita europea.
BCE non ci pensa ancora: EURUSD ancora sui massimi locali
Nonostante un calo repentino nelle ultime 24 ore e in particolare dall’apertura delle sessioni di scambi in Europa, l’euro rimane piuttosto forte nei confronti di un dollaro che ha pagato le ultime parole di Jerome Powell e in particolare quanto rappresentato sui dot plot dei membri del FOMC, che rappresentano in modo cristallino la volontà, a Washington, di procedere con tagli ai tassi più volte nel corso del 2023.
Cosa pensare dunque del fatto che i mercati si stiano muovendo in senso contario, almeno da questa mattina, sul fronte EURUSD, nonostante appunto siano arrivate dichiarazioni di interpretazione piuttosto chiara da parte di Jerome Powell? La risposta più ovvia è che, nonostante i proclami tanto di Villeroy de Galhau, quanto di Christine Lagarde, non siano ritenuti credibili.
D’altronde l’inflazione in Europa è scesa vertiginosamente e ora si trova più vicina al target del 2% di quanto vi si trovi negli Stati Uniti, e con un’economia così fiacca rimane da valutare quanto sia possibile che, effettivamente, BCE implementi delle politiche monetarie restrittive più a lungo di Federal Reserve.
Oggi sarà anche la giornata di dati che arrivano dalla produzione USA, dall’utilizzo della capacità complessiva, e di altri indici che potranno permettere di capire in che condizioni si trova effettivamente l’economia USA e dunque di che tipo di cura avrà bisogno in termini di tassi.
Andamento della coppia rimane incerto
La coppia più importante del Forex rimarrà pertanto in uno stato di incertezza per le prossime settimane, con gli andamenti e i trend che saranno principalmente indirizzati da dati contingenti che dichiareranno l’atterraggio morbido oppure una recessione dura con la quale fare i conti.
In mezzo la tenuta di una valuta, l’euro, che ormai ha abbandonato ogni velleità di imporsi come alternativa al dollaro, ammesso che ne abbia mai avute di serie in questo senso, e che rappresenta un’economia malata di scarsa crescita ormai da lungo tempo e che potrebbe dover affrontare una recessione più importante di quella di altri paesi europei.
Il mondo del Forex si è d’altronde confermato come estremamente volatile, tanto nel sentiment quanto negli andamenti, nel corso delle settimane passate. E valute che erano state date per morte, come lo yen giapponese e la sterlina inglese, hanno invece dimostrato una forza inaspettata che ha fatto pagare conti molti salati agli short, principalmente radunati nelle posizioni dei fondi hedge.
In una situazione del genere prendere posizione di breve su EURUSD è esercizio assai tecnico e poco fondamentale, per quanto le prossime decisioni saranno prese, ripetono sulle due sponde dell’Atlantico, dato per dato.