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Euro in balia dei dati incerti. Disoccupazione mai così bassa in UE

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Euro in bilico dopo che i dati sulla disoccupazione raccontano di un’area euro che, almeno in termini di occupazione, sembrerebbe avere tutti i numeri e tutti gli strumenti per evitare una recessione. Disoccupazione mai così bassa, segno che c’è almeno qualcosa di positivo che arriva dai dati dell’eurozona, per quanto i dati diffusi poco prima in relazione alla produzione industriale tedesca continuino a far temere per il peggio. Una situazione di difficile lettura, tant’è che un dato come quello sulla disoccupazione, che aiuterebbe a rimandare ulteriormente l’inizio del taglio dei tassi, è stato raccolto dai mercati con una forte incertezza. Incertezza che si innesca su un trend per il momento negativo da inizio anno.

Difficile prendere posizione sulla coppia delle coppie, EUR/USD, anche a fronte dello stillicidio di dati che ci sarà in questa settimana e durante la prossima. Giovedì sarà il turno dell’inflazione negli Stati Uniti, dato che dovrebbe aiutare a comprendere quale sarà il prossimo cammino di Federal Reserve in termini di tassi. E se ci sarà davvero la possibilità di vedere i primi tagli già da marzo. Il tutto all’interno di una mappa dei tagli per il 2024 relativamente omogenea, ma che presenta ancora qualche punto interrogativo.

Segnali misti per l’Euro, che gioca d’attesa

Segnali misti dalle economie europee: l’euro prova il rimbalzo?

I segnali che sono arrivati in mattinata dalle principali economie europee sono di difficile lettura. La produzione industriale tedesca è infatti scesa per il sesto mese consecutivo, nonostante il consenso fosse per un rimbalzo, per quanto modesto. Poi sono arrivati i dati sulla disoccupazione dell’area euro, che sono stati invece di molto migliori rispetto alle aspettative. In tutta l’eurozona siamo infatti poco sopra il 6% per quanto riguarda la disoccupazione, dato che non era mai stato così basso da quando esiste l’Unione e da quando vengono appunto raccolti questi dati per tutti i paesi che la compongono, in modo consolidato.

Si tratta di un buon dato? A guardare la produzione industriale no: il segnale è che il mondo del lavoro ha il proverbiale coltello dalla parte del manico e che in realtà continuano assunzioni nonostante un outlook non brillante per l’economia. È un dato che però interessa il mondo del Forex in un altro senso. Il mandato della BCE, come per le altre banche centrali, è l’ottenimento di prezzi stabili e del massimo possibile dell’occupazione. E finché pertanto l’occupazione non sarà un problema, non si avvertirà la necessità di tagliare i tassi. Cosa che sarebbe bullish per l’euro rispetto al dollaro ma che per ora, complici le situazioni di cui sopra riguardanti l’economia tedesca, non ha sortito grandi effetti sul mercato.

Giovedì l’appuntamento più importante

Giovedì l’inflazione USA

Sarà il dato dei dati, che permetterà di capire se Federal Reserve potrà effettivamente allentare la presa e tornare a tassi più miti già da marzo. Questa è l’aspettativa dei mercati, che sarà però certificata soltanto da un dato sull’inflazione in ribasso e comunque in avvicinamento al target del 2%. Il dato arriverà appunto giovedì e servirà da spartiacque tra le aspettative dei mercati e quanto invece di concreto ci sarà nelle prossime decisioni della banca centrale più importante del mondo.

Fino ad allora sarà difficile individuare un trend per quanto riguarda la più importante delle coppie del Forex. Sarà inoltre la settimana per andare ad individuare l’inflazione anche in Svizzera e in Brasile, dati che saranno parimenti importanti per capire come si muoveranno altre banche centrali in relazione ai tassi di interesse.

Tassi di interesse che, come abbiamo già ripetuto più volte, saranno il vero motore per i trend di breve e medio periodo per tutte le principali valute sulle piazze finanziarie. Manca poco e dunque presto ne sapremo… di più.

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