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Euro sotto 1,05 contro il dollaro? Idea bearish da analisti e giornali
La crisi di credibilità di BCE – della quale abbiamo già parlato domenica – è segnale di un malessere più profondo non solo per l’economia dell’eurozona, ma anche per il baluardo che la rende possibile in senso unitario: l’Euro. Dall’aumento dei tassi della settimana che si è chiusa il 17 settembre è partito un incessante tam tam di analisi, pubblicazioni, articoli e editoriali che individuano nell’Euro il prossimo grande malato dei mercati Forex. E c’è chi lo vede, entro fine anno, sotto il cambio di 1,05 contro il dollaro USA.
Dall’attuale situazione emergono diverse lezioni da apprendere, in particolare per chi opera sul mercato Forex. La prima è che la politica monetaria conta meno – come hanno ricordato giustamente gli analisti di Société Générale – del differenziale del tasso di interesse. La seconda è che la credibilità della banca centrale e la chiarezza del messaggio che si manda sono asset fondamentali di una divisa forte. Lezioni utili per informare correttamente i trade nelle settimane, mesi e anni a venire
Narrativa, editoriali e mosse dei grandi fondi
Il circolo vizioso informativo è in grado di colpire anche giganti dell’economia internazionale come l’euro. Il tam tam è partito, innescato dai mercati e ripreso dai grandi giornali, dopo che nel corso della settimana BCE ha aumentato i tassi di 25 punti base. Questo a fronte di uno stop invece programmato (e quasi certo) a Washington, per una situazione che avrebbe dovuto produrre a mercato degli effetti opposti.
E invece l’euro ha perso terreno verso il dollaro USA, nonostante dal pulpito di Francoforte la governatrice Christine Lagarde avesse promesso lacrime e sangue, se necessario.Per quanto la situazione possa sembrare assurda per chi si è affacciato da poco sul mercato Forex, in realtà non lo è – come ricorda un ottimo editoriale pubblicato venerdì su Financial Times a firma di Katie Martin.
- L’opinione conta tanto quanto l’analisi
Le opinioni dei grandi giornali si producono in vasi comunicanti metaforici, in costante scambio con il sentiment di mercato di breve periodo. I mercati si agitano, i giornali impostano una lettura razionale, che i mercati utilizzano per confermare il loro sentimento di pancia.
L’effetto è a valanga – e può produrre effetti spesso eccessivi rispetto ai veri fondamentali economici. In un contesto di questo tipo, avere governatori e governance in grado di non agitare i mercati sul breve è un asset più importante di quanto lo fosse 10 anni fa.
- L’indipendenza, anche percepita, delle banche centrali conta altrettanto
È almeno da giugno che le principali pubblicazioni a tema economico sottolineano come i malumori politici in Europa, nei confronti delle politiche di BCE, siano degni di attenzione.
Oltreoceano, nessuno avrebbe dato peso a tali proteste – è difficile immaginare il governatore del Michigan protestare contro Federal Reserve ed essere preso sul serio – e questo a quanto pare ha peso sull’outlook dell’euro anche sul medio periodo.Si ritiene che le parole di Antonio Tajani e dei suoi omologhi in Spagna e Portogallo possano influenzare le future politiche della BCE. O che siano comunque degne di attenzione.
Euro sotto i 1,05$ entro fine anno?
Oltre alle questioni più squisitamente filosofiche, ci sono le questioni maggiormente materiali. C’è chi, come Kit Juckes di Société Générale, vede l’euro potenzialmente sotto la soglia più simbolica che tecnica di 1,05$ anche a stretto giro di posta, a meno che non arrivino dei dati positivi dall’economia.
I tassi, ci ricorda l’analista, sono più importanti della politica monetaria raccontata ai giornali – e questo sarà il vettore per un’ulteriore possibile discesa per EUR contro le principali valute.
Per quanto l’analisi, con le carte che sono state già distribuite sul tavolo, potrebbe sembrare impeccabile, vale la pena di ricordare che il meccanismo di cui sopra funziona anche al contrario. Cosa che è stata dimostrata dal rimbalzo effimero delle azioni cinesi in presenza di dati positivi, ma comunque marginali. La reazione eccessiva dei mercati in senso contrario può essere accompagnata da una narrativa fintamente razionale e far cambiare narrativa anche nel giro di poche sessioni di trading.
La situazione – almeno ad avviso di chi vi scrive – non permette analisi che vanno oltre la giornata. Così come le principali banche centrali navigano a vista, forse è il caso di fare lo stesso con le proprie posizioni