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EV: i problemi aumentano. Pessimi segnali da seconda mano

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C’è un altro ostacolo nell’avanzata delle auto elettriche nel mondo della mobilità privata. Secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, il mercato delle auto di seconda mano non è esattamente territorio di conquista per le auto green: il deprezzamento è assai più rapido rispetto alle auto con motore termico e lo scetticismo che già riguarda il nuovo ne esce addirittura amplificato. Gli acquirenti avrebbero remore ad acquistare veicoli di seconda mano che hanno tecnologie in evoluzione relativamente rapida e preferirebbero aspettare e puntare sul nuovo che potrebbe per l’appunto offrire novità importanti. Sulla scarsa appetibilità di questi veicoli pesa anche l’assenza di incentivi e problemi, almeno negli USA, nella rete di ricarica.

Una situazione che va ad aggiungersi a tante altre problematiche che secondo gli analisti più acuti stanno rallentando l’adozione di queste nuove tecnologie sia negli USA sia altrove, con i marchi USA in ritardo e nell’impossibilità di competere con le controparti – assai più economiche – cinesi. Una situazione che merita certamente un’analisi approfondita in quella che è una fase molto particolare per tutto il settore auto.

Segnali pessimi anche dal mercato della seconda mano

Prezzi giù più rapidamente e domanda quasi inesistente

Se è vero che le vendite di EV continuano a crescere un po’ ovunque, è altrettanto vero che il mercato delle auto di seconda mano è una bestia completamente diversa. E la cosa potrebbe presto riflettersi anche sulla capacità di questo comparto, quello dei veicoli con motore elettrico, a crescere ulteriormente. Le auto elettriche usate non piacciono, vuoi perché non ci sono incentivi, vuoi perché c’è la convinzione che questa tecnologia continuerà a innovare su ritmi piuttosto elevati. Pesano anche le incertezze sulla durata delle batterie e sugli enormi costi per la loro sostituzione. In soldoni: se ne vendono poche, perdono valore molto più rapidamente delle controparti inquinanti e questo è già d’ostacolo nella grande corsa verso una mobilità sostenibile.

Una serie di problemi che si aggiunge a quelli, già noti ai lettori di TradingOnline.com, che riguardano il mercato del nuovo. I margini sono quelli che sono, in Europa dipendono in larga parte dall’abbinamento di piani di finanziamento e la guerra contro i veicoli cinesi è ormai uno dei punti sui quali convergono il grosso delle economie più sviluppate.

Il problema però riguarda anche le case produttrici, che ormai vendono il grosso dei veicoli tramite concessionarie affiliate direttamente: allo scadere dei leasing rientrano in possesso di veicoli che poi è molto difficile vendere a prezzi congrui con la necessità di profitto. E questo è un problema che andrà ad intensificarsi nel 2024, con un numero importante di piani leasing triennali che giungeranno al termine naturale e che lasceranno le case produttrici con in mano un enorme parco auto da vendere a prezzi più bassi di quanto si era preventivato.

Non piacciono proprio a tutti

Una transizione che carica di problemi un settore già in difficoltà

Non è un buon momento per il settore auto. Tra questioni sindacali che agitano gli USA e l’UE e problemi con l’estrema competitività dei veicoli cinesi, si è in un cul de sac che non potrà essere ignorato, almeno per i prossimi anni. Tutto questo mentre aumentano le pressioni politiche affinché agli EV sia data la priorità assoluta.

È una transazione green sulla quale l’Europa punta molto, con il conto che però dovrà essere distribuito su soggetti, gli acquirenti e le case produttrici, che potrebbero non essere più disposti a pagarlo, in particolare con una recessione che appare come sempre più probabile almeno nel continente europeo.

Sarà difficile trovare la quadra del cerchio e potrebbero non bastare mosse da parte dell’UE e degli USA che hanno il profumo – e per qualcuno il tanfo – del protezionismo.

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