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EVs cinesi quasi impossibili da assicurare in UK

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La conversazione sui veicoli elettrici cinesi si fa sempre più intensa. Da una parte c’è chi pensa che tutti i veicoli elettrici possano contribuire alla transizione ecologica, aiutando ad abbassare la percentuale di auto a motore termico che circolano sulle strade. Dall’altra c’è chi ritiene che rimanga importante favorire le imprese nazionali rispetto a quelle straniere, soprattutto quando si parla di produttori low-cost cinesi. Così, nel Regno Unito, si conferma un trend piuttosto protezionista: è diventato quasi impossibile, lamentano i proprietari di auto elettriche cinesi, assicurare questi veicoli. Questo non sarebbe il frutto di una legislazione specifica, ma di una certa diffidenza da parte delle compagnie assicurative rispetto ai produttori locali.

Tra i veicoli che risultano estremamente difficili da assicurare ci sono anche auto di marche nuove e molto importanti: BYD, GWM e persino molti modelli di MG. Thatcham Research, una delle più importanti società che vendono dati sul rischio alle compagnie assicurative, attribuisce questo fenomeno al fatto che le imprese cinesi non stiano comprendendo come funziona il processo di riparazione di un’auto in Europa. Anche quando una compagnia assicurativa si arrischia a fare una proposta di polizza, quasi sempre i premi che i clienti devono pagare sono proibitivi. Senza una soluzione, il Regno Unito potrebbe rappresentare una barriera impenetrabile per i produttori cinesi di veicoli elettrici.

Solo BYD ha venduto oltre 1.000 veicoli in UK nel 2023

Manca un dialogo tra assicurazioni e produttori

Ben Townsend di Thatcham Research, commentando il fenomeno dell’impossibilità di assicurare gli EVs cinesi, invita i produttori a instaurare un dialogo con le compagnie assicurative inglesi. Il problema è essenzialmente che i produttori di veicoli cinesi chiedono ai proprietari di riparare queste auto esclusivamente presso i centri proprietari dei produttori, che nel Regno Unito sono pochi e molto spesso impiegano molto tempo a effettuare le riparazioni. Normalmente gli automobilisti inglesi fanno riferimento alle officine indipendenti, che fatturano il lavoro al cliente, con le assicurazioni che poi si basano su questa fattura per poter effettuare il risarcimento dei danni. I produttori di EVs cinesi non sembrano invece disposti ad accettare di operare con i meccanici indipendenti.

A perdere di più da questa situazione, in ogni caso, sono certamente i produttori cinesi. Bisogna fare in modo che si arrivi a un accordo con le compagnie assicurative inglesi: per queste ultime, il mercato degli EVs cinesi rappresenta meno dell’1% di tutte le auto da assicurare. Invece il mercato UK è strategico per i produttori cinesi, considerando che l’assenza di produttori locali fa in modo di poter competere ad armi pari con le aziende europee e americane. Invece attualmente ci sono proprietari che preferiscono rottamare la loro auto piuttosto che aspettare i tempi di una piccola riparazione, per la quale i centri ufficiali convenzionati con i produttori possono avere una lista d’attesa di oltre un anno. La mancanza di pezzi di ricambio è un problema concreto.

Ci si aspetta che 10 produttori cinesi di EVs siano attivi nel Regno Unito entro il 2030

Problemi anche per altri EVs

Indubbiamente i veicoli cinesi sono quelli che stanno patendo di più la situazione. In ogni caso tutti gli EVs nel Regno Unito si ritrovano in una posizione scomoda, con i premi assicurativi che in media sono il doppio rispetto a quelli di un classico veicolo a motore termico. Il fatto che le batterie dei veicoli elettrici siano potenzialmente infiammabili e il fatto che si possano non sentire arrivare quando si attraversa la strada sono due rischi che al momento le compagnie assicurative fanno pagare molto cari. Paure alimentate dalla recente ammissione di BYD, che ha riscontrato problemi con batterie installate su migliaia di veicoli. Questo però pone un problema difficile per la transizione ecologica, dal momento che il passaggio ai veicoli elettrici è una delle iniziative con il maggior potenziale per ridurre la quantità di CO2 immessa nell’atmosfera nel corso dei prossimi anni.

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