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Ford, gli USA aprono investigazione su 200.000 veicoli con serbatoio difettoso: rischio incendio

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Il regolatore americano per la sicurezza dei veicoli stradali ha aperto un fascicolo per investigare su Ford, dopo una serie di segnalazioni dei consumatori. Il dubbio è che i serbatoi installati dall’azienda su buona parte dei suoi pick-up siano difettosi: si guarda agli F-250, 350, 450 e 550, per un totale di oltre 200.000 veicoli. Tutti modelli equipaggiati dal motore 6.7L a diesel di Ford, pensati per il traino e per il carico pesante. Bisogna ricordare che anche se questi modelli in Italia non hanno una quota significativa di mercato, sono oltre vent’anni che l’auto più venduta negli Stati Uniti -ogni singolo anno- è un pick-up di Ford. Di conseguenza richiamare i modelli e sostituire i serbatoi rappresenterebbe un costo esorbitante per la società.

Fino a questo momento ci sono stati 12 casi documentati di situazioni in cui questi pick-up hanno preso fuoco a causa del versamento di gasolio, ma i casi che sono stati segnalati all’autorità sono stati 27. C’è un filtro all’interno dei serbatoi che, secondo l’ente regolatore, può facilmente andare incontro a una frattura e portare a un incendio spontaneo. Allargandosi al combustibile presente nel serbatoio, questo incendio -che ha una piccola probabilità di verificarsi- ha una grande probabilità di risultare letale. Ora l’agenzia approfondirà le sue verifiche e poi, nel caso lo ritenesse necessario, ordinerà a Ford di sistemare i veicoli.

I potenziali danni arriverebbero a centinaia di milioni di dollari

Problemi anche per la filiera

L’investigazione non riguarda soltanto Ford, ma anche il fornitore del filtro che parrebbe risultare difettoso. Si tratta della società Allevard Sogefi USA, per la quale il problema potrebbe essere molto peggiore: non è un’azienda delle dimensioni di Ford e rischia non soltanto di avere un procedimento contro il regolatore, ma anche contro i suoi clienti. Secondo i primi risultati ottenuti dall’investigazione, questo filtro è stato testato su dei livelli di pressione molto bassi e decisamente inferiori a quelli che sarebbero utilizzati durante il processo di assemblaggio nell’impianto di Ford. Non solo, ma soprattutto è una pressione molto inferiore a quella a cui il filtro è sottoposto durante l’uso nel veicolo.

Questa è la seconda decisione che l’ente NHTSA prende nell’arco di due settimane. Pochi giorni fa era già stato ordinato il richiamo obbligatorio di 42.000 SUV dell’azienda, sempre per problemi legati alla possibile perdita di carburante dal serbatoio. Ford ha proposto una soluzione “low cost” a questi problemi, chiedendo di poter semplicemente aggiornare il software e installare un piccolo serbatoio extra dove raccogliere possibile perdite. La NHTSA, però, ha negato questa concessione: non risolvendo il problema alla radice, non può essere una soluzione valida. Di conseguenza per Ford si rischia l’avvicinamento di un periodo di forti perdite legate ai problemi di qualità.

I pick-up sono il cuore delle vendite di Ford da ormai decenni

Cambi anche al vertice

C’è una questione che rischia di complicare le cose ulteriormente per l’azienda, ossia il fatto che il management di Ford sta attraversando una trasformazione significativa. La ex-CFO di Lucid Motors, Sherry House, diventerà la nuova CFO di Ford. Prenderà così il ruolo di John Lawler, che invece diventerà vice-presidente dell’azienda. Il suo nuovo compito sarà quello di lavorare sulle partnership strategiche e soprattutto sul piano di crescita Ford+, basato soprattutto sull’avvento di una nuova serie di modelli ibridi benzina-elettrico. Per il momento il management rimane comunque compatto dietro alle scelte fatte dall’azienda, e per ora ha deciso di non commentare sulla nuova investigazione. Dopo essere uscita dalla bufera degli scioperi dello scorso anno, ora Ford si trova ad affrontare una nuova investigazione che potrebbe causare danni economici anche maggiori.

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