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Germania: fallimenti in crescita per il 2024
La Germania è il nuovo grande malato europeo, almeno per quanto riguarda le narrative che stanno prendendo possesso delle grandi testate giornalistiche che si occupano di finanza. L’economia ha smesso di crescere e sarà nel 2024 in recessione anche tecnica. La domanda globale non permette di avere un outlook positivo sul recupero di breve periodo e, scrive Financial Times poche ore fa, ci sarà anche una crescita importante dei fallimenti delle società incorporate nel paese.
Secondo gli esperti di ristrutturazioni e rinegoziazioni creditizie, il numero di compagnie zombie in Germania sarebbe parecchio alto. Tante aziende, affermano, sono state tenute in piedi da generosi aiuti governativi che, una volta venuti meno, lasceranno almeno per una parte dell’economia su carta tedesca tante compagnie che non potranno fare altro che portare i libri in tribunale. Libri in tribunale che saranno un problema, potenzialmente, anche per gli istituti che hanno aperto linee di credito alle compagnie zombie. Dall’altro lato ci sarà da prendere con le pinze i dati sui fallimenti, che si faranno peggiori nel 2024, dato che saranno almeno in parte riconducibili a questo tipo di aziende.
La Germania si prepara a dati peggiori
Non sarà soltanto una questione che riguarda però le cosiddette società zombie. Recentemente infatti è arrivato l’avvio delle procedure fallimentari per società come Galeria Karstadt Kaufhof, nonché per Bree – società con un certo storico, un certo trascorso nel mondo del fatturato e che forse in pochi si sarebbero aspettati, fino a qualche mese fa, in tribunale per cercare di salvare il salvabile.
La crescita prevista per le insolvenze è tra il 10% e il 30% rispetto a un 2023 che è stato già parecchio duro per l’economia tedesca, un’economia è indicata da tempo come il grande malato dell’economia europea, un malato molto preoccupante anche in virtù della preminenza di Berlino e Francoforte per l’area euro.
Non tutte le procedure fallimentari porteranno alla chiusura di questi grandi gruppi: ove possibile si cercherà di tagliare il tagliabile, di ridurre personale e costi fissi e di tornare a operare. In alcuni casi è già successo, in altri con ogni probabilità succederà. Per quanto si tratti però dell’unico modo per salvare certe aziende, gli effetti sull’economia tedesca saranno comunque importanti.
Si perdono infatti così posti di lavoro, si riducono impianti produttivi, si riduce la domanda interna, in quella che sembra essere la coda lunga di una crisi tedesca ancora lontana dalla sua fine naturale.
Si torna a livelli pre-pandemici
Si sta tornando a quelli che erano livelli pre-pandemici in termini di fallimenti già tenendo conto soltanto dei dati del 2023, cosa che segnala anche gli effetti collaterali dell’interruzione di piani di sostegno federali alle aziende che erano partiti appunto durante la pandemia.
Si tratta della cosiddette compagnie zombie, che forse avrebbero comunque portato i libri in tribunale e che sono riuscite ad andare avanti soltanto grazie a piani di sostegno che sono stati tra i più generosi al mondo.
Per i primi tre mesi continueranno ad arrivare dati che le società di analisi principali che seguono il mercato tedesco indicano come molto probabilmente più alti. La vera incognita sulla quale punterà chi opera sul mercato tedesco è che ci possa essere o meno un’inversione di questo trend già a partire da questo anno.
Nel frattempo gli occhi di chiunque abbia interessi in Europa continuano a essere puntati sulla situazione in Germania, preoccupante almeno in una certa misura e che sta pagando anche la debolezza della Cina, così come quella generale delle economie maggiormente votate all’export.