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HSBC ottimista sulla crescita cinese a lungo termine, ma avvisa: ancora turbolenze nel 2024

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Georges Elhedery, CFO di HSBC, non ha dubbi: secondo le sue previsioni, il tasso di crescita cinese tornerà a brillare e il periodo difficile dell’economia non è altro che una fase transitoria. La banca si attende che le cose possano tornare ad andare per il meglio, ma non subito. Secondo Elhedery, ci potrebbero volere da “diversi trimestri” fino a due anni prima che i problemi di breve termine siano risolti. Problemi che vanno da un forte rallentamento del mercato immobiliare, che pesa quasi per il 25% sul PIL nazionale, fino al clima teso a livello geopolitico che rende sempre più difficili gli affari tra imprese cinesi e americane. Considerando che ora anche il secondo costruttore più grande del paese lotta contro un probabile default, non sono in molti in questo momento a restare ottimisti sulla Cina.

HSBC è una banca formalmente inglese e con sede a Londra, ma che affonda le sue radici storiche a Hong Kong e ancora oggi fa molti dei suoi affari in Cina. Per questo motivo è sempre stata meno pessimista rispetto alle altre grandi banche sull’andamento dell’economia cinese, guardandosi da commenti troppo critici riguardo alle scelte di Pechino. Stando alle previsioni che il suo CFO ha comunicato a CNBC, la fase attuale sarebbe segnata esclusivamente da turbolenze di breve termine che non metterebbero in luce dei problemi strutturali destinati a durare nel tempo.

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Una dolorosa fase di transizione

Il rallentamento attuale dell’economia cinese si deve soprattutto alle difficoltà dei tre pilastri su cui è stato costruito il boom economico nazionale: il mercato immobiliare, gli investimenti pubblici in infrastrutture e le esportazioni. Il primo è in crisi da ormai tre anni, il secondo è frenato da un crescente indebitamento pubblico e il terzo dalla politica sempre più protezionista dei principali mercati di sbocco. La lettura di HSBC, però, è che questa sia essenzialmente una fase transitoria destinata a traghettare la Cina da un’economia in via di sviluppo a un’economia avanzata. Per questo il CFO del gruppo sottolinea positivamente alcune scelte, tra cui quella di investire sullo sviluppo tecnologico.

La Cina starebbe dunque passando dall’essere un centro di manifattura low-cost per il mondo a una fase più matura, in cui la sua tecnologia è in grado di competere a livello internazionale e soprattutto in cui il mercato interno diventa più importante delle esportazioni. Elhedery ha anche tracciato gli aspetti fondamentali che si aspetta di notare in questa transizione: un calo del peso del comparto industriale in favore dello sviluppo dei servizi, industrie a maggior valore aggiunto e un benessere più diffuso anziché concentrato solo nelle grandi città. Per questo non esita nel dire che a medio-lungo termine, i fondamentali dell’economia cinese rimangono attraenti per gli investitori.

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La trappola del “reddito medio”

Secondo HSBC, la Cina sta affrontando il sorpasso della middle income trap (“trappola del reddito medio”). Questo termine si riferisce a economie come quella brasiliana, che riescono a essere competitive quando producono al prezzo più basso del mondo un certo bene, ma non riescono a puntare sul mercato interno e a sviluppare tecnologie su larga scala che siano competitive a livello globale. Questo finisce per mantenere i redditi di un paese sulla soglia della “classe media mondiale”, con tanti posti di lavoro disponibili a retribuzioni molto basse ma poche opportunità di lavoro in settori ad alto valore aggiunto. Il CFO della banca inglese ritiene che la crescita della competitività cinese in settori come batterie, EVs e pannelli fotovoltaici le permetterà di superare la trappola e affermarsi come un’economia sviluppata a pieno titolo una volta che la turbolenza momentanea sarà superata.

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