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I tassi alti più a lungo sono un problema per i paesi emergenti

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I governatori delle principali banche centrali delle economie più sviluppate insistono, e non potrebbero fare altrimenti, sul tassi alti a lungo, nuovo modo di coniugare le politiche monetarie restrittive per far fronte all’inflazione. La cosa sta già causando i primi problemi, come a Londra, da dove arrivano dati economici già molto poco incoraggianti. I maggiori problemi però sembrano aver colpito le valute delle economie emergenti, alcune delle quali recentemente colpite da default o quasi, mitigati solo in parte da eventuali piani di ristrutturazione.

Il capitale più costoso fa apprezzare le valute utilizzate maggiormente per il valore internazionale. Chi non può permettersi politiche monetarie restrittive e arrivava già fiaccato da una fase pandemica pessima per le economie emergenti, arranca. La preoccupazione è che la corsa delle valute forti finisca per peggiorare ulteriormente situazioni già precarie in Africa, nel Sud Est Asiatico e in altre aree del mondo che non potranno far fronte a nuove crisi.

È crisi per diverse valute africane

La corsa di Dollaro e Franco punisce le economie emergenti

Di alcune di queste storie abbiamo già parlato abbondantemente sulle nostre pagine, come nel caso dell’Egitto, paese che si trova a scegliere tra una svalutazione poco popolare e che diminuirà ulteriormente il potere d’acquisto della popolazione e la necessità di ottenere liquidità per sostenere un cambio poco ortodosso. Non è però l’Egitto l’unico paese ad avere problemi di questo tipo o comunque a dover fare i conti con una situazione che sul mercato del Forex si fa molto complicata. Il kwacha del Malawi è stato svalutato del 44% recentemente, sempre per far fronte all’impossibilità di sostenere cambi lontani da quelli di mercato.

Tra prezzi energetici alle stelle e tassi di interesse che favoriscono la fuga di capitali verso porti più sicuri, il re del cambio fisso è nudo e al mondo viene ricordato ancora una volta che è difficile giocare al piccolo chimico cercando di arginare le forze di mercato, che rispondono a eventi e condizioni reali e non ai capricci dei politici. Capricci che talvolta servono per non impoverire ulteriormente le popolazioni e che però puntualmente finiscono in un bagno di realtà.

A complicare ulteriormente la situazione anche situazioni debitorie compromesse o quasi in diverse delle economie emergenti. Lo Zambia sta cercando di ristrutturare il proprio debito per quanto i creditori stranieri non sembrino molto propensi a accettare l’accordo e il rischio è che si presentino altre situazioni simili altrove.

Problemi in Zambia, ma non solo

Situazione complicata favorisce ancora i porti sicuri

Per quanto è difficile che il dollaro continui nella sua corsa contro le valute di riferimento delle principali economie, le situazioni che si stanno sviluppando nei paesi emergenti ricordano che, fatta eccezione per i trade spot in chiare condizioni di leggibilità tecnica, non è certamente il momento per avventure nelle coppie esotiche, anche se di valute storicamente più solide di quelle citate in questo approfondimento.

Washington può ancora permettersi una politica monetaria restrittiva, così come rispetto alle economie emergenti possono averla più a lungo l’UE, il Regno Unito, il Canada e anche l’Australia. Per quanto ci saranno interventi delle autorità internazionali, pensare che sia tornato un clima di distensione tale da investire sugli emergenti e sulle loro divise naturali è certamente errato.

Segni della crisi pandemica che continua a produrre i suoi effetti, effetti che nei paesi sviluppati prenderanno la forma di una recessione di qualche punto percentuale, ma che per tanti stati meno solidi finanziariamente hanno significato finanze pubbliche finite su lastrico.

Le situazioni più interessanti si stanno sviluppando in Zambia, dove c’è in ballo un deal da 3 miliardi, in Kenya dove c’è un piano di riacquisto degli Euro e più in generale in Africa. La recente e ennesima crisi geopolitica gioca inoltre a sfavore di un pronto ritorno alla normalità.

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