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In Cina ancora stimoli a pioggia. Yuan in sofferenza
Yuan in grande affanno a causa di ulteriori manovre espansive da parte di Pechino, mentre a Washington invece arrivano dati di un’economia in rapido deterioramento che potrebbe aprire a politiche monetarie più morbide a stretto giro. È questa l’unica notizia che arriva da mercati che, dopo le vacanze natalizie, provano a tornare alla normalità, seppur lentamente. Il dollaro ha effettivamente rimbalzato come previsto, anche se in apertura di una settimana corta che sarà densa di dati che arrivano da Washington.
Non è però del dollaro che ci preme parlare in questa analisi ma dello yuan: la Cina punta a tornare in carreggiata e anche questo, pur in questo caso previsto su queste pagine, ha aperto alla necessità di stimoli di carattere politico. Stimoli che sono arrivati già in dicembre e che aprono ad un quadro che però può essere, almeno sul fronte macro, ribassista per la divisa nazionale cinese.
La banca centrale inietta 50 miliardi di dollari nell’economia cinese
Questi sono i numeri finali dell’ultimo mese, quello di dicembre 2023, per quanto riguarda le operazioni di People’s Bank of China, ovvero la banca centrale della Repubblica Popolare. Si tratta di quantità di denaro che sono state emesse tramite il programma Pledged Supplemental Lending, che è arrivato complessivamente a 456 miliardi di dollari al termine del mese scorso. Si tratta di uno degli strumenti ritenuti più importanti per lo stimolo all’economia di natura politica. Gli obiettivi sono poi quelli definiti da Xi Jinping nel suo discorso alla nazione: cercare di stabilizzare la crescita e di offrire un paracadute al settore immobiliare, che continua a essere una delle maggiori preoccupazioni della politica e dell’economia cinese.
L’impegno riguarderà anche la costruzione di edilizia popolare, avendo come fine quello non solo di offrire un tetto ad una parte della popolazione, ma anche di mitigare rischi e preoccupazioni che sono nate dai fallimenti e dalle crisi a catena del settore privato e semi-privato nel comparto dell’edilizia.
Ad interessare i mercati del Forex sono gli effetti però sullo yuan: siamo davanti alla ferma decisione del Partito di continuare a inondare, ove necessario, i mercati di liquidità scontata, manovre espansive che non possono che avere un effetto sul valore dello yuan sulle piazze internazionali, mentre a Washington si rimane fermi su tassi piuttosto alti e con un QT che procederà costi quel che costi, anche nel caso di tagli ai tassi.
Tali politiche finiranno, credono oggi gli analisti, per rimpiazzare anche altre forme di stimolo, come quello della riduzione delle riserve obbligatorie per le banche che operano nella Repubblica Popolare.
Forex a trazione politica
Lo è forse sempre, ma lo sarà ancora di più in un anno che vedrà elezioni a Washington e importanti decisioni altrove, che non hanno tutte natura squisitamente economica. La Cina viaggia per conto proprio, dovendo fare i conti con un 2023 al di sotto delle aspettative e con un rimbalzo post-COVID che non è avvenuto, almeno nelle proporzioni che si aspettavano gli investitori.
Il tutto mentre continua appunto a tutta forza il programma più frequentemente scelto dalle autorità cinesi per inondare i mercati di liquidità. È quello che, ricorda correttamente Bloomberg, gli analisti più esperti della Repubblica Popolare fanno equivalere all’helicopter money del quale si parla più frequentemente in occidente.
D’altronde si tratta di prestiti a tassi assai scontati – si parla del 2,4% durante l’ultimo rilevamento, tassi che non si possono ottenere neanche su prestiti garantiti con scadenza annuale, e che sono inferiori al tasso praticato in Cina tra le banche.
Il dollaro ne approfitta e piazza una performance niente male per aprire il 2024, dopo un 2023 assolutamente da dimenticare nei confronti delle più importanti valute internazionali.