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Dollaro USA: arrivano dati importanti in settimana

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Dopo la pausa per il nuovo anno, Martedì 2 gennaio i mercati torneranno a lavorare a pieni giri e, soprattutto dagli USA, ci saranno importanti novità che potranno impattare sulla traiettoria del dollaro USA nei confronti delle principali divise sui mercati internazionali. Ci saranno infatti i verbali dell’ultima riunione del FOMC e altri dati che riguarderanno anche il mercato del lavoro, in avvio di un anno che si lascia alle spalle performance poco entusiasmanti per USD.

Performance che potrebbero continuare nel corso dell’inizio del 2024, con i mercati che sembrerebbero essere convinti di tagli importanti nel corso del 2024, complici sia il riavvicinamento dell’inflazione al target del 2%, sia un rallentamento importante dell’economia USA, che pur continua a sperare però in un soft landing. Sono dati importanti, con i mercati che dovrebbero tra le altre cose tornare sui volumi standard dopo il rallentamento classico delle feste natalizie. Per chi fa trading è un vero ritorno alla normalità.

Dati attesi dollaro USA
In settimana dati importanti per il dollaro USA

I dati che interesseranno il dollaro USA

Ci sono diversi dati in arrivo nel corso della settimana che si apre oggi e che interesseranno il dollaro USA e il mercato del Forex più in generale, essendo coinvolta la divisa più importante del mercato. Mercoledì arriveranno i verbali del FOMC, la riunione che negli States fissa i tassi di interesse di riferimento.

La decisione è stata, chiaramente, già presa, ma i verbali sono sempre un buono strumento per cercare di interpretare le intenzioni dei membri della riunione monetaria più importante del globo. Si dovranno interpretare parole e toni – per quanto scritti – per capire chi dei due schieramenti sia il più convinto delle proprie posizioni, se le colombe che puntano a tagli addirittura maggiori dei 75 punti base, oppure i falchi che già la scorsa settimana avevano invitato i mercati a ritrattare le proiezioni di tagli consistenti nel corso del 2024.

Con ogni probabilità però anche a livello di FOMC le idee non sono poi così chiare: come ha ripetuto Jerome Powell lungo tutto il 2023, ci sarà bisogno di dati a supporto dell’una o dell’altra tesi per prendere decisioni in futuro, per una politica monetaria USA che almeno in termini di interessi continuerà a muoversi incontro per incontro.

Che tipo di dati? Su tutti quelli dell’inflazione – con la Core che rimarrà la più importante per le future decisioni di Federal Reserve, e poi i dati sul lavoro e sull’andamento dell’economia.

verbali fomc e non solo
Oltre al FOMC, payrolls e JOLTs

Gli altri dati in arrivo in settimana

Ci sono altri dati in arrivo in settimana, a partire dai job openings, che dovrebbero permettere ai mercati di capire di più per quanto riguarda l’andamento dell’occupazione. Occupazione che rimane un termometro di grande importanza per capire a che punto siamo del ciclo economico negli Stati Uniti e se le convinzioni dei mercati su un futuro soft landing possano essere considerate ancora come valide.

Ci saranno poi sempre Mercoledì e in concomitanza con i JOLTs, anche ISM Manufacturing PMI, in anticipo di qualche ora rispetto alla pubblicazione dei verbali del FOMC.

Ci saranno poi notizie anche sul fronte europeo: arriveranno diversi dati sull’inflazione, sia per quanto riguarda i paesi membri dell’area euro, sia invece per quanto riguarda l’eurozona nel suo complesso. Dati che dovrebbero segnalare un ulteriore riavvicinamento a livello europeo al target del 2%, che dovrebbe però comandare politiche monetarie più soft.

In chiusura di settimana ci saranno poi i non farm payrolls degli USA, che dovrebbero mettere la parla fine, almeno sul breve periodo, sulle considerazioni che i mercati faranno del mercato del lavoro USA. In mezzo al profluvio di dati un dollaro che ha chiuso il 2023 in grande difficoltà, e che è in cerca di appoggi, anche in termini di numeri, per un rimbalzo.

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