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In Europa è allarme per il settore lusso. Azioni ancora giù?

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Il settore del lusso, tra i più importanti traini negli ultimi anni per le economie europee, è in crisi. O meglio, queste sembrerebbero essere le avvisaglie che arrivano tanto dalla particolare situazione di LVMH, tanto dall’ultima nota diffusa da Richemont, gruppo del lusso svizzero che controlla Cartier. Gli effetti della duratura inflazione, dicono, stanno cominciando a intaccare le prospettive di un settore che in molti ritenevano inaffondabile.

I mercati sembrano aver però già reagito durante la settimana di trattative che si è appena conclusa. La maggior parte delle azioni del comparto sono in difficoltà – e cominciano a pagare anche le incertezze delle piazze cinesi, con le preoccupazioni per la tenuta di Pechino che potrebbero trasformarsi in riduzioni importanti di vendite per i prodotti del comparto lusso e di conseguenza in previsioni al ribasso su ricavi e profitti. Una situazione preoccupante per un’Europa che vede diverse delle aziende del lusso al top per capitalizzazione e per eventuale impatto sulla crescita.

La performance del settore lusso spaventa l’Europa

L’inflazione affonda la domanda interna: preoccupazione tra le aziende del lusso

Il mercato europeo – a dispetto di narrative e articoli che vorrebbero far intendere il contrario – continua a essere fondamentale per la tenuta del settore lusso. Un settore le cui difficoltà sono al centro dei dibattiti tra gli analisti e anche delle preoccupazioni dei mercati, con tutte le principali azioni del comparto o quasi che hanno fatto registrare perdite importanti.

A pesare, oltre alla nota situazione in Cina, anche la duratura inflazione con la quale hanno dovuto fare i conti tutte le economie europee. Questa è l’opinione diffusa da Richemont, che tra gli altri possiede anche il marchio Cartier e che deve al mercato del lusso una parte rilevante dei propri introiti.

Le preoccupazioni si moltiplicano poi tenendo conto del fatto che il settore, come ricordano correttamente Julien Ponthus e Michael Msika su Bloomberg, è da tempo ritenuto l’unica risposta europea allo strapotere delle azioni tech del NASDAQ e della loro crescita iperbolica nel corso degli ultimi anni.

In altre parole i problemi del settore del lusso potrebbero tradursi in problemi per l’intera economia, quantomeno in termini di outlook e sulle capacità di questa economia di reagire ad una fase economica piuttosto complicata.

Un settore in crisi?

Azioni del lusso tornate in linea

Le azioni del lusso, in seguito a un agosto molto complicato in termini di price action, sono tornate in linea con le performance degli altri comparti, dopo essersi mosse in senso inverso a partire dalla crisi pandemica.

La specificità di questo comparto sembrerebbe pertanto essere alla fine della corsa. E gli spettri di una recessione globale, con soltanto gli USA che sembrerebbero essere in potenziale scia per un soft landing, non migliorano certo l’outlook per il settore.

Questo nonostante gli acquisti recenti di Bernard Arnault, che ha approfittato delle flessioni di prezzo per rimpolpare il suo già ricco portafoglio di azioni LVMH. La situazione è meritevole di attenzione, per quanto potrebbe comunque essere tardi per chi vorrebbe cercare fortune andando short contro questo settore.

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