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Inflazione e tassi: Mary Daly di Fed invita alla calma

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Federal Reserve rispolvera i falchi, anche al fine di contenere il grande entusiasmo sui mercati, che anticipano tagli importanti e già nel primo trimestre almeno in area dollaro. A parlare poche ore fa è stata Mary Daly, di San Francisco Federal Reserve, che ha ripetuto il mantra che ormai arriva da diversi membri di Fed da settimane a questa parte: è prematuro parlare di tagli ai tassi e serviranno segni più convincenti dell’avvicinamento al target del 2% di inflazione.

Parole che erano state ripetute già più di un mese fa da Walker e che in realtà tornano a fare capolino ogniqualvolta i mercati sembrano ignorare eccessivamente gli avvisi di Fed. Una questione che rimarrà però a lungo irrisolta, con i mercati che continuano a sfidare i proclami hawkish di Federal Reserve. Il Don’t Fight the Fed è ormai un lontano ricordo, con i mercati che continuano a essere convinti del fatto che la banca centrale degli USA non avrà spazio di manovra per rimanere su politiche monetarie restrittive ancora a lungo. Le stesse parole di Mary Daly non sembra abbiano granché impattato sull’outlook dei mercati per quanto riguarda la fase economica nella quale ci troviamo.

Fed prova a frenare l’entusiasmo dei mercati

Parla Mary Daly, tra i falchi di Federal Reserve

Non ci sono grandi novità: Federal Reserve, o meglio, i suoi membri che periodicamente si esprimono tramite giornali o TV. A parlare questa volta è Mary Daly, della Federal Reserve di San Francisco, che ha cercato di frenare il grande entusiasmo che ormai alberga sui mercati e che ha portato SPX500 e NASDAQ100 a toccare nuovi massimi storici.

Non si dovrebbe commettere l’errore, dice Daly, di ritenere che i tagli dei tassi siano dietro l’angolo. Ci sono ancora incertezze sulle tempistiche di un ritorno al 2% per l’inflazione. Ritorno che sarebbe stato rimesso in dubbio dal recente rimbalzo dei dati sull’inflazione, per quanto comunque contenuto.

Il sospetto, tra gli operatori di mercato, che gli avvisi che arrivano da Fed abbiano come scopo principale l’effetto annuncio più che delineare effettivamente quali siano le opzioni sul tavolo di Fed.

Non ci dovrebbero comunque essere sorprese per il prossimo incontro del FOMC, previsto per fine mese, quando si procederà con un nulla di fatto, lasciando i tassi negli Stati Uniti fermi a 5,25%-5,50%.

La risposta arriverà lunedì

Priorità all’inflazione

Il messaggio, neanche troppo tra le righe, è che l’inflazione continuerà ad essere la principale preoccupazione di Federal Reserve, dato che il mercato del lavoro sta mostrando una certa resilienza e dato che dalla crescita – dati attesi in settimana – sembrerebbero esserci ancora buone notizie. In un contesto del genere, la metà del mandato che sarà più rilevante per Fed sarà appunto quella della stabilità dei prezzi, dato che i costi di un periodo prolungato di politiche monetarie restrittive sarebbero minori in una situazione economica di questo tipo.

Sarà comunque un ritorno, dice Daly, alla stabilità dei prezzi il più possibile gentilmente, il che vuol dire evitando eccessivi sussulti ad un’economia che per ora tiene, ma il cui equilibrio potrebbe rivelarsi essere più precario in futuro.

I mercati lunedì accenneranno una reazione: se sarà in senso negativo, l’annuncio di Fed si potrà considerare come preso sul serio. In caso contrario, ovvero con un ulteriore assalto ai massimi con i quali si è chiusa la sessione di venerdì, Fed dovrà cercare altre modalità per far passare il messaggio.

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