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UK: inflazione superiore a aspettative. Vola la sterlina

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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I dati sull’inflazione nel Regno Unito fanno registrare un aumento dei prezzi superiore alle aspettative degli analisti e delle grandi banche d’affari. L’inflazione classica a Londra ha fatto infatti registrare un +4,00% anno su anno, mentre l’inflazione core, che esclude tabacchi, alimentari e tabacco, ha fatto registrare un +5,1%. È un segnale forte, per quanto ci si sia mossi relativamente in linea con le aspettative, che ritenevano possibile uno stazionamento per i dati usciti oggi e che sono relativi a dicembre sui dati dello scorso mese, ovvero quelli di novembre.

Intanto dal Ministero delle Finanze del Regno Unito c’è timido ottimismo. Il dato, seppur negativo, non sembrerebbe essere infatti al di fuori delle attese, per quanto si sia tornati a crescere per la prima volta dal febbraio 2023. Anche i mercati sembrerebbero essere dello stesso avviso. C’è stato infatti un recupero della Sterlina nei confronti dell’euro e del dollaro, per quanto di entità relativamente modesta. Questo in un contesto che vede ancora le future decisioni delle banche centrali come unico motore dell’andamento del mercato valutario.

Dati superiori alle aspettative

Rimbalzo dell’inflazione nel Regno Unito

C’è stato un rimbalzo, per quanto non di ampia entità, per l’inflazione nel Regno Unito. Le attese al +3,8% per l’inflazione classica sono state battute da un dato che ha segnalato, per il mese di dicembre, un aumento dei prezzi del 4,0%. Forse però è più interessante vedere quanto è stato registrato in termini di inflazione core: +5,1%, con le previsioni che invece puntavano a +4,9%. A spingere ci sono i prezzi di alcolici e tabacchi, in forte ascesa, che sono però espunti da questo ultimo dato.

Il dato sarebbe più attinente all’economia in generale, se non fosse che in questa particolare fase di mercato del Forex a dominare lo scenario sono le aspettative sulle future decisioni delle banche centrali, decisioni che dipenderanno in larga parte dall’andamento dell’inflazione.

Mentre in molti – compresi gli operatori di mercato – non hanno preso granché bene questa notizia, è intervenuto il Ministro delle Finanze Jeremy Hunt, che ha affermato che in realtà l’inflazione è ancora sulla scia del ritorno al 2% e che certi rimbalzi non devono far pensare altrimenti.

Tuttavia c’è chi, tra i commentatori di primo profilo, invita gli operatori di mercato a prendere con le pinze quanto sta succedendo: se è vero che non si tratta di una sconfitta nella lotta all’inflazione, è altrettanto vero che i dati che sono arrivati poche ore fa testimoniano come la lotta ai prezzi sia lontana dall’essere vinta. Una lotta che però per il momento non può prevedere ulteriori rialzi ai tassi, mentre i livelli raggiunti molto rapidamente nel 2023 non hanno ancora prodotto tutti gli effetti che dovranno produrre.

BoE inflazione
Occhi puntati su Bank of England

Sterlina in rialzo contro le principali valute

Una notizia di questo tipo – che lascia intendere che si potrà eventualmente aspettare per il taglio dei tassi nel Regno Unito – non poteva che avere un impatto positivo sulle quotazioni della sterlina. Circa +0,30% tanto contro il dollaro USA quanto contro l’euro. Data la percentuale pressoché identica di gain alla pubblicazione dei dati, c’è poco da discutere sul fatto che l’impatto sulle coppie sia arrivato principalmente per questi dati sull’inflazione.

Saranno sempre questi dati, per le altre economie, a dominare lo scenario per le prossime settimane di scambi. Scenario certamente complesso e che però dipenderà principalmente dall’inflazione e – in misura minore – dall’andamento dell’economia e dell’occupazione.

Ora la palla passerà alle altre economie, che hanno già però fatto registrare i rimbalzi di cui sopra. Chi avrà ragione? I mercati, che prezzano già un ritorno alla normalità privo di recessione, oppure le banche centrali che invitano alla calma?

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