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Inflazione UE ok ma non troppo | Forex aspetta altri dati

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Inflazione europea superiore alle aspettative ma con un dato più basso di quello che era stato fatto registrare a dicembre in relazione ai prezzi di novembre. È una buona notizia a metà, però, dato che si è ancora lontani dal traguardo del 2% e dato che al tempo stesso il percorso di avvicinamento sembrerebbe aver subito un rallentamento evidente. Rallentamento che costringerà BCE ancora ad attendere dati prima di decidere sull’avvio dei tagli; situazione all’interno della quale le aspettative dei mercati su tagli prima di quanto anticipato da Christine Lagarde sono per il momento frustrate.

I dati raccontano di prezzi in discesa, aiutati in larga parte da una riduzione dei costi energetici, ma per i quali continua la permanenza di incognite importanti, dovute sia all’andamento dell’economia dell’area euro, sia invece della situazione geopolitica in evoluzione sul Mar Rosso, che potrebbe essa stessa esercitare una pressione sul livello dei prezzi. Intanto lo scambio EUR/USD sembra essere più dominato dalla svolta hawkish di Jerome Powell ieri, a margine del FOMC, che dalle aspettative di tagli dell’Unione Europea. Movimenti comunque minimi, che segnalano come unico dato certo… l’incertezza delle prossime settimane.

I dati sull’inflazione sono buoni, ma i mercati ne aspettavano di migliori

No, non sono dati chiari a sufficienza da permettere ai mercati di puntare su un taglio a breve dei tassi di interesse per l’eurozona. E i mercati infatti, dopo aver venduto euro per qualche ora, sono tornati sullo stesso livello di prezzi presente sugli stessi prima della comunicazione del dato. Un dato che segnala un ribasso dell’indice dei prezzi, che però è a metà strada tra i dati raccolti il mese scorso e quelli invece che erano fissati nelle aspettative degli analisti.

Altro dato interessante, l’inflazione Core, dalla quale vengono rimossi i dati su energia e alimentari, è ancora più alta di quella classica, segnale che a dare una mano a un dato più digeribile è in parte importante la riduzione dei costi energetici, dopo l’anno orribile che l’UE si è appena lasciato alle spalle in particolare sotto questo fronte.

L’importante rallentamento economico, al quale indicano gli operatori di mercato desiderosi di vedere tagli ai tassi prima del limite di metà anno fissato da Christine Lagarde, potrebbe non essere la priorità assoluta nelle prossime decisioni di BCE. Serviranno altri dati, saranno ancora decisioni data driven, con i mercati che dovranno dunque tenere il fiato sospeso ancora per un po’.

I mercati dovranno giocare d’attesa

Anche nel Regno Unito nessun rialzo

Oltremanica si procede con uno stop, anche qui come ampiamente prevedibile, decisione – e conseguente conferenza stampa – che allineano di nuovo Londra con il continente e con Washington. Anche qui sarà il momento per decisioni che saranno dettate esclusivamente dai dati, alla ricerca di un equilibrio per molti impossibile, in particolare da questa parte dell’oceano, dove le condizioni generali dell’economia sembrano, almeno marginalmente, meno buone di quelle degli Stati Uniti.

Anche Bailey, come i pari grado di Washington e di Francoforte si è dichiarato attendista a margine della decisione sui tassi, che ha visto in 6 votare per tassi invariati, due per un ulteriore rialzo e un solitario per un taglio dei tassi già ora. Anche qui poco di imprevisto e poco che potrà muovere mercati Forex che navigano anch’essi a vista.

Abbiamo fatto una strada già lunga, ha ripetuto anche Bailey, invitando però al contempo a non mollare la presa ora che il traguardo comincia a essere visibile, per quanto in lontananza. E ci sono altre previsioni interessanti del capo di Bank of England, tra disoccupazione e necessità di tenere le policy monetarie restrittive sufficientemente a lungo. Anche a Londra, per intenderci, sarà forse per la prossima volta.

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