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Ispettori UE in Cina: via a indagini per aiuti di stato su EV

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Le indagini sugli aiuti di stato della Cina a favore dei produttori di auto elettriche entreranno durante le prossime settimane in una nuova fase. Secondo quanto riportato da Reuters, che cita però fonti anonime, ci saranno ispezioni da BYD, SAIC e Geely, che sarebbero state confermate da due persone informate dei fatti. Non sembrerebbe però che i saranno ispezioni a carico di quei gruppi che, pur producendo in Cina, sono di proprietà straniera, come nel caso di Renault, Tesla e anche BMW, così come per il gruppo delle giapponesi.

L’indagine, che terrà impegnata la Commissione Europea per tutto il 2024, sarà cruciale anche nel più ampio quadro della guerra commerciale tra Pechino e Bruxelles, a sua volta parte di una più ampia guerra combattuta anche a colpi di aiuti di stato e protezionismo tra i due blocchi. Una situazione potenzialmente esplosiva, dopo che il 2023 ha visto la forte ascesa dei brand cinesi nel settore dell’export auto.

Al via le ispezioni

Escalation nell’indagine a carico dei produttori cinesi di EV

Per quanto le fonti non siano concordanti – c’è chi parla di ispettori già arrivati in Cina mentre altri parlano di ispezioni a febbraio – dovremmo esserci. Le indagini della Commissione Europea su presunti aiuti di stato a favore dei produttori cinesi di EV entrano nel vivo e prevederanno ispezioni direttamente nelle sedi di questi produttori. A essere sotto la lente di ingrandimento saranno BYD, Geely e SAIC, i tre gruppi più rappresentativi di un settore che vale miliardi e che sta conquistando Europa e USA, anche a colpi di prezzi bassi.

Prezzi così bassi da non permettere alle compagnie occidentali di competere: l’ipotesi che la Commissione proverà a dimostrare è che tali prezzi sono giustificati, almeno in parte, da aiuti di stato che sono illegali nell’Unione Europea. La questione va avanti da fine 2023 e ha già contribuito a aumentare le tensioni tra l’Unione e la Cina, con Pechino che ritiene che le indagini siano non solo non dovute, ma anche frutto di strategie apertamente protezionistiche da parte dell’Unione.

Le ispezioni avrebbero come principale obiettivo quello di verificare le risposte delle aziende coinvolte ai questionari che sono stati forniti dalla Commissione e dunque investigare ulteriormente sulla possibile presenza di aiuti di stato del governo di Pechino.

Con ogni probabilità tra qualche tempo ne sapremo di più sia sulle tempistiche dell’ispezione, sia invece sui successivi passi che la Commissione deciderà di intraprendere per indagini che saranno lunghe e difficili.

Non è però ancora chiaro quando partiranno le indagini

Il dominio cinese nel settore EV è fonte di attriti politici

Non solo in Europa. Recentemente la Turchia ha introdotto una serie di norme che renderanno praticamente impossibile ai produttori cinesi essere competitivi sul territorio della Repubblica Turca, con requisiti impossibili da rispettare per quanto riguarda servizi clienti e presenza nel territorio. Si tratta anche in questo caso di misure che Pechino ritiene di protezionismo dell’industria auto locale, che è composta sia da joint venture tra grandi imprese locali e marchi stranieri, sia da qualche tempo da prodotti 100% turchi anche in termini di capitale, come TOGG.

Il settore auto si conferma strategico anche a livello politico e sarà teatro di battaglia in tutto il mondo lungo il 2024. Una situazione che dovrebbe suggerire massima cautela a chi vuole esporsi verso questo settore.

Una grana politica anche perché le auto elettriche sono parte fondamentale dei piani di riduzione delle emissioni di diverse economie e di diversi paesi del blocco occidentale. Una mossa che per i più cinici per ora è stata però un grande regalo a Pechino, che queste indagini vorrebbero però aiutare a ridurre nelle proporzioni.

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