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La lettera a Davos: 250 ricchi vogliono essere tassati di più

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Non è la prima volta che i super-ricchi del pianeta Terra chiedono a gran voce di essere tassati di più. Non sarà neanche l’ultima, per quanto difficilmente potrà esserci un panorama più suggestivo della classica riunione a Davos dei potenti di ogni economia e giurisdizione a livello mondiale. Sono più di 250, tra miliardari e milionari, ad aver sposato un appello affinché tutte le principali giurisdizioni lavorino per tassare maggiormente i più ricchi delle rispettive società.

Una lettera aperta che, come abbiamo già scritto, non è esattamente una novità, ma che contribuirà a rinvigorire il dibattito sul chi paga, sul quanto paga e su quanto sia necessario rivedere l’organizzazione fiscale delle diverse economie del pianeta. La lettera è indirizzata ai politici dei paesi del G20 e indica come collegati alla disparità economica altre questioni, a partire da quella democratica e ambientale. Temi da sempre molto cari alla riunione di Davos, per quanto relativamente in sordina almeno per questo ultimo appuntamento.

La carica dei 250

Orgogliosi di pagare di più: è questo il nome di una campagna evidentemente preparata per tempo, dato che esiste già un sito internet che pubblica il contenuto della lettera. Un messaggio indirizzato a Davos che invita i leader eletti a tassare di più i super-ricchi. Super-ricchi che si dicono orgogliosi di poter pagare di più.

Una campagna che in realtà vede la partecipazione anche di realtà come Oxfam, che soltanto pochi giorni fa aveva pubblicato un preoccupato allarme sul fatto che presto il mondo avrebbe fatto registrare i primi trilionari, ovvero soggetti con capitali accumulati superiori ai 1.000 miliardi di dollari.

La campagna è condita da un report, che parla di necessità di bilanciare l’economia e di spingere le economie del G20 a tassare maggiormente i più ricchi. Non manca neanche un appoggio alla narrativa dell’impatto sull’ambiente: si legge nel report che non solo i super-ricchi hanno accumulato fortune per decine di generazioni future, ma che sono responsabili, in qualità dell’1% più ricco della popolazione, di ben il 66% delle emissioni a livello globale.

Ci sarebbe, si continua a leggere nel report, la necessità di prendersi cura di questo problema per questioni sociali, economiche, intergenerazionali e democratiche. Una disuguaglianza estrema che però i leader politici non avrebbero ancora considerato né corretto in modo significativo.

Tra i firmatari c’è anche Martino Cortese. Così come ci sono Guglielmo Notarbartolo di Villarosa e Giorgiana Notarbartolo di Villarosa, rampolli di una delle famiglie più importanti della storia d’Italia che sono già da tempo ospiti di intere pagine della stampa italiana, raccontati come ricchi, nobili e animati però da un profondo senso di giustizia.

Una presenza ridotta che non è chiaro però se dipenda dal numero relativamente esiguo di grandi milionari e miliardari nel nostro paese o una sorta di insensibilità di quelli che un tempo venivano chiamati padroni del vapore a certe tematiche.

Un appello che non sarà il primo, e non sarà l’ultimo

Filantropia miliardaria

Tra i principali animatori della lettera c’è anche Abigail Disney, pro-nipote del più noto Walt, così come un buon estratto della filantropia miliardaria che ha già animato diverse iniziative di questo tipo.

I più cinici commenteranno ricordando che potrebbe pensarci la particolare situazione economica globale a dare una sfoltita a certi patrimoni. I più idealisti vedranno nei 250 firmatari un barlume di luce in un capitalismo che ritengono sempre più spietato.

A chi si occupa di economia, come TradingOnline.com, interesserà di più quali saranno le possibili evoluzioni di questa richiesta, con il concreto rischio che rimangano poco più di una vetrina per i firmatari e le associazioni coinvolte. Chi vivrà vedrà, almeno in attesa della prossima lettera aperta.

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