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Lira Turca: shock delle aquile | Mercati puntano su nuovo governatore

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Ad Ankara l’aria sembra cambiata in modo permanente e definitivo. Se fino ad un paio di anni fa l’avvicendamento tra governatori della banca centrale turca è stato sempre fonte di grande instabilità sul mercato dei cambi, questa volta sembra essere diverso. Hafize Gaye Erkan, con una mossa che ha sorpreso i più, ha rassegnato le proprie dimissioni venerdì, senza che ci siano stati però scossoni rilevanti per quanto riguarda il valore della lira turca sulle piazze internazionali. Assenza di movimenti di una certa rilevanza che per l’appunto sostengono la teoria che è ora maggioritaria tra analisti e investitori.

Il nuovo arrivato allo scranno più alto della banca centrale, Fatih Karahan, sembrerebbe avere da un lato il pedigree giusto per essere credibile agli occhi degli operatori di mercato e dall’altro gode anche della piena fiducia del vero architetto del ritorno ad una politica monetaria ortodossa, ovvero il ministro delle finanze Mehmet Şimşek. E potrebbero esserci anche sorprese per quanto riguarda le future decisioni sui tassi, sorprese che saranno, al contrario di quanto potrebbero pensare lettori meno attenti alle cose turche, di carattere hawkish.

I mercati mandano segnali di apprezzamento

Sul cielo di Ankara volano solo i falchi

Quanto è avvenuto a ridosso del weekend avrebbe dell’incredibile, se non fosse accaduto in un Paese dove i colpi di scena politico-finanziari sono – o forse erano fino a qualche tempo fa – all’ordine del giorno. Hafize Gaye Erkan ha gettato la spugna dopo lunghe campagne sulla stampa che indicavano nel padre il vero factotum del nuovo corso politico-monetario della Turchia. Una notizia che aveva caricato di apprensione i mercati fino a quando, poche ore dopo, è stato indicato come successore Fatih Karahan. Karahan ha esperienza anche in Federal Reserve e può essere inserito a pieno diritto in quella scuola americana alla quale Recep Tayyip Erdogan ha fatto più volte riferimento, sia nelle sue prime esperienze come capo politico della Turchia, in pieno boom per Istanbul e Ankara, sia ora che si è presentata la necessità di tornare all’ortodossia.

La scelta è piaciuta ai mercati: la lira ha fondamentalmente tenuto contro dollaro e euro, nonostante sia ancora in corso un piano piuttosto aggressivo di ricostruzione delle riserve in valuta estera e nonostante le dimissioni di Erkan siano arrivate certamente a sorpresa per molti.

Di che tipo di segnale si tratta per il mercato del Forex? Le considerazioni prevalenti tra gli investitori fanno seguito all’annuncio di insediamento di Fatih Karahan, dove conferma che l’obiettivo principale del suo mandato rimarrà la lotta all’inflazione e stabilità dei prezzi. È arrivata inoltre la conferma che la Turchia ha la volontà politica di rimanere in territorio assolutamente restrittivo per quanto riguarda i tassi di interesse, al fine di riportare su target di inflazione più bassi l’economia del Paese.

Ci saranno però anche pressioni in senso inverso

C’è chi comincia a parlare della possibilità di nuovi tagli

L’ultima mossa della dimissionaria Hafize Gaye Erkan è stata quella di portare gli interessi al 45,00%, tassi che erano ritenuti almeno fino a venerdì conclusivi di questo ciclo di politiche monetarie restrittive. Le cose però potrebbero non stare più così: c’è chi crede che si potranno vedere ulteriori aumenti, tra il 2,50% e il 5,00%, che i mercati non avrebbero ancora prezzato.

Per chi si muove sul Forex si tratterebbe del caso scolastico di mosse che andrebbero a rinforzare la lira turca e che arriverebbero, almeno rispetto alla situazione attuale, in contrasto con quelle che sono le aspettative di mercato. Di contro però ci saranno le mosse della banca centrale che scaricheranno lire turche in cambio di dollari sul mercato, che avranno l’effetto contrario. In termini di movimenti dunque ci sarà da valutare l’impatto delle due azioni e la loro intensità. Per ora l’unica certezza a Ankara è che si proseguirà nel modo più hawkish possibile, senza che le dimissioni di Erkan siano in alcun modo di ostacolo al nuovo corso della politica monetaria turca.

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