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Shock in Turchia | Addio della governatrice della banca centrale

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Shock a Ankara: nella tarda serata di ieri la governatrice della Banca Centrale della Turchia, Hafize Gaye Erkan, ha chiesto di essere sollevata dal suo incarico, citando questioni di carattere personale. La Turchia perde così la governatrice che insieme al ministro delle finanze Mehmet Şimşek ha guidato il ritorno di Ankara all’ortodossia monetaria. Un’ortodossia monetaria fatta di tassi molto elevati nel disperato tentativo di riportare l’inflazione in singola cifra. Durante la breve ma intensa era Erkan la banca centrale di Ankara ha anche iniziato a ricostruire le riserve di valuta estera – che avevano toccato i minimi storici prima dell’arrivo di Hafize Erkan.

Il breve comunicato è stato affidato a X e cita motivi di carattere personale: le dimissioni sarebbero state l’unica opzione sul tavolo per mettere al riparo la propria famiglia e in particolare il figlio da una campagna di diffamazione e d’odio. Hafize Erkan ha pagato sin da subito il suo ruolo di personaggio simbolo di un ritorno all’ortodossia monetaria fatto di tassi particolarmente alti e che non sono stati accolti certamente dal giubilo di chi ne sta sopportando i costi. Intanto è stato già nominato il nuovo governatore, sarà Fatih Karahan, anche lui del clan degli americani.

Arrivano le dimissioni della governatrice della Banca Centrale

Un sacrificio politico previsto e prevedibile?

La cifra comune dei principali giornali turchi è la sorpresa. La notizia è arrivata nella tarda serata di ieri e sembrerebbe aver preso in contropiede il ministro delle finanze Mehmet Şimşek. Non sembra dunque si sia trattato di una mossa coordinata, concertata o avvenuta su pressioni del governo. Hafize Erkan ha anzi ringraziato tanto il governo quanto il Presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdoğan*, che a detta di Erkan non avrebbe mai fatto mancare il suo supporto.

La decisione sarebbe stata indirizzata da una campagna di diffamazione e di odio che ha colpito la persona di Hafize Erkan, principalmente a mezzo stampa e sulle TV più lontane dal governo, con Erkan che ha suo malgrado fare da parafulmini per l’ovvio malcontento che un ritorno così repentino alla politica monetaria ortodossa. Un ritorno che ha fatto pagare un prezzo importante ad una parte della popolazione. Parafulmine che Erkan non sembrerebbe essere più disposta a fare.

Intanto sulla Gazzetta Ufficiale turca è già arrivata la nomina del nuovo governatore della Banca Centrale: sarà Fatih Karahan, classe 1982, che ha anche lavorato da Fed New York. Subito prima dell’incarico come governatore della Banca Centrale Turca è stato il capo economista di Amazon. Si segue comunque sulla linea precedente: governatori prestati dal settore privato, senza alcuna precedente esperienza politica.

Hafize Erkan
Già arrivato il nuovo governatore

Banca centrale alla giannizzera

Si continua dunque con un sistema alla giannizzera: nomine che sono al di fuori dei circoli politici turchi per e personaggi importati e politicamente sacrificabili, per una manovra di lacrime e sangue che avrà un prezzo anche politico per chi ne sarà simbolo. Una posizione certamente spinosa come dimostrano appunto le dimissioni di Hafize Gaye Erkan. Per Fatih Karahan però il compito potrebbe essere più semplice: i tassi in Turchia hanno già raggiunto il picco e nel corso del 2024 si comincerà a tornare verso livelli più bassi.

Ci sarà da traghettare la Turchia in una fase di assestamento economico, fase molto dura e che sta già facendo pagare un prezzo di breve periodo molto alto. Manovra però nondimeno necessaria dopo la sbornia di liquidità che ha portato la lira turca a perdere il 90% del proprio valore contro le principali valute internazionali e che ha svuotato le riserve di valuta straniera della banca centrale.

Riserve che sono in fase di ricostruzione anche grazie allo sforzo di Erkan e Şimşek, sforzo che, sottolinea quest’ultimo, non cambierà nonostante l’addio della ormai ex-governatrice della banca centrale.

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