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LVMH: Bernard Arnault fa shopping per 215 milioni in azioni
La performance non entusiasmante di LVMH in agosto, che stava per costare al titolo il primato di società più capitalizzata in Europa, non ha spaventato il comandante in capo del conglomerato del lusso francese. Bernard Arnault ha infatti acquistato, secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, circa 215 milioni di euro in azioni del gruppo, sfruttando una price action del titolo non entusiasmante . Non è la prima volta che Arnault segnala la sua totale fiducia nello stato di salute del gruppo, anche in presenza di trimestrali non entusiasmanti come quelle presentate in luglio e relative al secondo trimestre del 2023.
Gli acquisti sono stati effettuati tramite due controllate del tycoon, Financiere Agache e Christian Dior SE, società che hanno accumulato azioni LVMH a partire dal secondo giorno successivo alla diffusione delle trimestrali che avevano innescato qualche dubbio sulla capacità del gruppo di continuare nella sua incredibile corsa.
Ci sono problemi per LVMH?
Parlare di problemi è forse eccessivo, a fronte di un solo dato trimestrale non in linea con le aspettative degli analisti. Per quanto il titolo LVMH abbia performato in modo peggiore rispetto ad un già non entusiasmante indice CAC 40, rimaniamo comunque nell’ambito di uno dei titoli (meritatamente) più capitalizzati al mondo, e comunque nell’ambito del più capitalizzato dei titoli in Europa.
Il segnale mandato da Bernard Arnault è certamente forte, ma c’è da aggiungere che gli acquisti da parte del CEO del gruppo di azioni del gruppo stesso non sono esattamente una novità. Arnault acquista infatti periodicamente grosse quantità di azioni, aumentando una posizione che comunque ad oggi vale il 48% delle azioni e di oltre il 60% dei diritti di voto, anche tramite le sue controllate.
Difficoltà negli USA. E se iniziassero quelle in Cina?
Le performance non entusiasmanti per il secondo trimestre del 2023 sono state imputate ad un calo dei ricavi negli USA per circa l’1%, cosa che ha spaventato gli investitori e che ha causato perdite amplificate rispetto al dato che arriva dagli States. Paure che però ora potrebbero essere rinforzate da altre preoccupazioni che arrivano dall’altro capo del mondo. Le preoccupazioni per la tenuta dell’economia cinese e anche di quella giapponese, con Tokyo che vale il 7% dei ricavi complessivi del gruppo e il resto dell’Asia, del quale la Cina è componente principale, il 30%, quota vicina a quella costituita dagli USA.
Preoccupazioni alle quali però i mercati non sembrerebbero aver ancora reagito in modo veemente, probabilmente aspettando novità da Pechino e dai piani del Partito per un inversione del trend, piani che però sono stati già contestati da diversi analisti.
Crisi per il lusso? Considerazioni che circolano tra gli analisti
Nel caso di problemi per l’economia globale – nello specifico in caso di assenza di soft landing – il settore del lusso potrebbe essere tra i primi ad essere colpito, con il ceto medio che potrebbe avere maggiori difficoltà nell’acquistare i prodotti che fanno parte dei multiformi listini di LVMH.
Per il momento però non ci resterà che accontentarci della price discovery che i mercati eseguono ogni giorno feriale. E dell’ottimismo di Arnault che ne ha approfittato per riempire ancora le tasche di azioni del gruppo.