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LVMH: disastro in borsa. Pesa rallentamento della crescita

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Ancora problemi per il gigante del lusso francese LVMH. Le azioni crollano al livello più basso dal dicembre 2022 dopo dati trimestrali sui ricavi e sulle vendite che sono andati anche peggio delle aspettative. Aspettative che, già di per sé, non erano entusiasmanti, sia per stessa ammissione del gruppo, sia secondo gli analisti che hanno segnalato problemi per l’intero settore del lusso, dall’abbigliamento agli accessori, passando per i marchi di alcolici premium di cui LVMH è comunque proprietaria. Un brutto momento per il colosso francese, che però condivide con il resto del comparto.

Nella prima parte della seduta di scambi europea hanno fatto registrare brutte performance anche il gruppo rivale Kering, Hermes, Richemont e Burberry. Il problema di LVMH viene pertanto percepito, almeno dai mercati, come sistemico, per quanto in realtà si tratti di un rallentamento dell’impressionante crescita del settore lusso post-pandemia, con i consumatori che sono tornati in massa a acquistare beni che – a rigor di logica – sono più appetibili in presenza di vita sociale.

Per LVMH è disastro in borsa

LVMH non piace più a nessuno? In realtà la situazione è più complessa

Analizzare la situazione di LVMH non è semplice: il gruppo è il più capitalizzato tra tutti i titoli quotati sulle borse europee ed è un gigante che copre diversi settori, tutti però afferenti al lusso. Abbigliamento, accessori, ma anche settore degli alcolici premium come gli champagne: un settore che negli ultimi anni – fatta forse eccezione per il periodo pandemico, ha goduto di una spinta importante arrivata dai mercati emergenti del Lontano Oriente e in particolare dalla Cina. La classe borghese, per rispolverare termini desueti che però ben descrivono la situazione, non tira più in Cina, placando così appetiti che apparivano come insaziabili per le merci pregiate che arrivano dall’Europa.

Non siamo però ancora al punto di rottura: i ricavi di LVMH continuano a crescere, per quanto a ritmo più lento rispetto a quello fatto registrare fino alla precedente trimestrale. E i mercati, che in LVMH avevano individuato una gallina dalle uova d’oro, si risentono e puniscono il titolo con un calo di oltre il 7%. Non c’è però soltanto la Cina al centro dei problemi di LVMH. Anche dagli States e dall’Europa arrivano pessimi dati, in particolare dai consumatori delle fasce di età più basse, con l’inflazione che morde anche il settore del lusso e semi-lusso.

Pesano le difficoltà della classe media anche in Europa e negli USA

Finito il ciclo del lusso?

Il buon senso imporrebbe massima cautela, sia nel credere che sia terminato il ciclo di LVMH, sia nel credere che possa ripartire presto senza grossi problemi. Tutto ruoterà intorno ai due problemi principali del momento su scala globale, uno di questi già con noi, uno di questi che lo sarà soltanto in prospettiva, rispettivamente inflazione e possibile recessione. L’inflazione ha già colpito il settore – come gli altri, del resto – e la recessione potrebbe essere il colpo finale su un ciclo che però segnala ancora crescita, per quanto rallentata.

Va tenuto conto però anche di un altro fattore: i mercati, nelle ultime giornate di trattative, si sono dimostrati più nervosi e di pancia rispetto a quanto lo siano di solito e il rischio è che la reazione nei confronti di LVMH sia eccessiva rispetto all’effettiva situazione dell’azienda.

Il calo di LVMH, in aggiunta, farà tornare prepotente la narrativa di Novo Nordisk come gioiello delle borse europee, gioiello spinto dalle vendite importanti di Ozempic e Wegovy, entrambi farmaci che stanno avendo grande diffusione per le loro proprietà dimagranti. Narrativa che tornerà prepotente perché a breve potrebbe esserci un altro sorpasso in termini di marketcap. Una situazione che si era già presentata in estate e che potrebbe accompagnarci fino a fine 2023, a meno di un’inversione di trend per tutto il comparto lusso.

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