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Manovra esplosiva da Tokyo sullo Yen. I mercati aspettano dati USA per l’intervento. Investitori pronti
Con i dati dell’inflazione USA che sono in arrivo per oggi – e che stanno tenendo già i mercati in tensione – la situazione forse più interessante per gli investitori nel mercato del Forex rimane quella di Tokyo. Lo yen rimane molto vicino alla soglia ritenuta come di intervento automatico o quasi automatico da parte di BoJ e del ministero delle finanze locale. 152, che ormai il cambio USDJPY lambisce da giorni, in movimenti laterali in un canale piuttosto ristretto.
In una giornata che sarà densa di tensioni, tutti o quasi guardano a Tokyo, da dove arriva una recente dichiarazione – importante – di Kazuo Ueda, governatore di Bank of Japan che ha conferma che la politica monetaria di Tokyo non sarà dettata da un’eventuale debolezza dello yen. Yen che andrà appunto sostenuto con altri mezzi, di cui il Giappone è dotato, corroborando però così analisi e speculazioni di ogni genere e grado, che sono senza dubbio alcuno il centro della discussione odierna sul mercato valutario.
Parla Kazuo Ueda: politica monetaria non si farà condizionare
Non sarà uno yen oggettivamente debole e ai minimi da 34 anni a questa parte, a condizionare la necessaria politica monetaria del Giappone. In breve, Kazuo Ueda, governatore di BoJ, non sembrerebbe avere alcuna intenzione di farsi indicare la strada da uno yen che sta soffrendo sui mercati, complice un dollaro forte oltre ogni previsione.
Il governatore è intervenuto poche ore fa indicato l’assenza totale di condizionamenti, affermando che le decisioni già prese in politica monetaria e anche quelle future non potranno essere dettate dai movimenti sui mercati valutari. Ad ogni modo però, ed è questo il solito ma anche al quale Kazuo Ueda ha abituato mercati e analisti, la banca centrale continuerà a seguire la situazione dello yen e più nello specifico della sua debolezza.
La convinzione di alcuni analisti, in presenza di una situazione di debolezza cronica per la divisa nazionale, rimane quella di un possibile rialzo dei tassi in Giappone prima di quanto preventivato proprio per cercare di contenere la forza del dollaro e ridurre almeno parzialmente la debolezza dello yen. Mossa che sarebbe ulteriormente giustificata da eventuali dati negativi per quanto riguarda l’inflazione USA, che arriveranno nel pomeriggio di oggi, mercoledì 10 aprile.
Questione che però per il momento Kazuo Ueda ha escluso categoricamente, per quanto la sua credibilità presso analisti e mercati sia stata fiaccata da un atteggiamento attendista per la maggior parte del suo mandato.
Intanto investitori retail e professionali prendono posizione
Nel frattempo sia gli investitori retail sia quelli di livello professionale stanno prendendo posizione sullo yen. Secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, i retail starebbero accumulando yen, convinti dell’intervento di Bank of Japan e del Ministero delle Finanze. Intervento che diventerebbe automatico o quasi superata la soglia dei 152 e che potrebbe valere, secondo le stime, almeno 5 yen.
Intervento che avrebbe sì dei costi, ma che può essere effettuato senza grossi problemi da un paese con importanti riserve di valuta estera.
Enormi riserve che sono anche fonte di preoccupazioni, ampiamente ingiustificate, per il mercato dei bond USA: per quanto si potrebbe certamente liquidare una parte dei Treasury in mano giapponese, a fronte di un mercato così liquido e così articolato sarebbe comunque difficile immaginarsi un impatto importante sui rendimento.
Quella del Giappone rimane la situazione delle situazioni all’interno del mercato del Forex, mentre da giorni trader e allocatori attendono un movimento risolutivo. Movimento risolutivo che appunto potrebbe arrivare in seguito a dati eventualmente molto distanti dalle aspettative dagli USA. Tutti con il fiato sospeso pertanto, alle 14.30 ora italiana, quando ne sapremo di più dell’inflazione USA, che potrebbe ulteriormente allontanare i tagli a Washington.