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Naked short: multe record per due banche a Seoul

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FSS – la Financial Supervisory Service – l’authority che in Corea del Sud si occupa di vigilanza dei mercati, ha confermato domenica 15 ottobre di aver individuato irregolarità importanti in merito ai comportamenti tenuti da due banche di Hong Kong. Si tratterebbe di vendite allo scoperto naked, che potrebbero risultare in due delle multe più importanti di sempre a Seoul, rispettivamente per circa 28 milioni di euro e 12 milioni di euro. Per il momento non sono state diffuse notizie riguardo l’identità dei due gruppi.

A Seoul è completamente vietata e ritenuta illegale qualunque vendita di azioni naked – una pratica che in realtà ha sollevato polemiche e attirato restrizioni anche in altri luoghi del mondo. Anche se l’importo della multa probabilmente non compromette la sopravvivenza finanziaria dei due gruppi, alla riapertura delle borse asiatiche sarà da valutarsi la performance possibile dei titoli coinvolti, una volta che questi potranno essere effettivamente identificati.

Naked short proibito – arriva la multa milionaria

A Seoul le multe esemplari non sono certamente all’ordine del giorno, tant’è che i 40 miliardi di won che una delle due banche sotto inchiesta si troverà a pagare, saranno una delle multe più alte di sempre in Corea del Sud. Viene contestato uno short naked da parte di due diversi istituti, ovvero la vendita short senza aver prima ottenuto in prestito il titolo e senza neanche aver determinato l’effettiva possibilità di ottenerlo in prestito. I comportamenti, sempre secondo quanto è stato riportato dall’agenzia, che in Corea ha pieni poteri di vigilanza sui mercati, sarebbe stato ripetuto nel tempo, motivo che avrebbe portato alla multa record.

Ad essere sotto inchiesta sono due non meglio precisate banche di Hong Kong tramite le loro filiali in Corea del Sud. Il vice-governatore di FSS ha sottolineato che il comportamento delle banche è inaccettabile, in quanto dovevano essere a conoscenza delle limitazioni che esistono in questo senso in Corea del Sud.

Sempre secondo quanto è stato riportato da FSS, si tratta di short su 101 azioni – per il primo gruppo – che avrebbero avuto luogo tra il settembre 2021 e maggio 2022. Per quanto riguarda invece il secondo gruppo, si tratta di almeno nove short tra agosto e dicembre 2021. Intervento dunque certamente non tempestivo e che arriva dopo almeno 9 mesi di indagini, così come segnalato ancora una volta da FSS.

In realtà non tutti concordano sulla nocività del naked short

Niente short, siamo coreani

La situazione sul fronte short in Corea del Sud è piuttosto complicata. Oltre al naked short che è proibito da tempo, è in vigore una sospensione temporanea anche degli short classici, introdotta durante la fase pandemica e che in realtà non è stata mai rimossa. Una misura che ha sollevato già le proteste di banche d’affari e trading desk, che sono state però completamente ignorate dalla classe politica di Seoul.

Per quanto riguarda il naked short si tratta di una pratica di short piuttosto aggressiva, che prevede la vendita del titolo anche se non è stato neanche ottenuto in prestito, come avviene ad esempio nel caso degli short classici. La pratica è stata oggetto di regolamentazioni piuttosto restrittive anche negli USA, dove SEC è intervenuta nel 2008 in occasione della grande crisi – sebbene soltanto in determinate circostanze.

La pratica, per quanto all’apparenza aggressiva e per quanto possa contribuire a short che valgono diverse volte l’intero marketcap delle azioni che ne vengono colpite, è sì controversa, ma anche – secondo gli studi più accurati e dettagliati, anche completamente ininfluente sulla price discovery e sulla stabilità di titoli e di sistemi. Questo senza tenere conto della blanda implementazione, almeno negli USA, di controlli tesi a limitarne la pratica. Nondimeno le due banche di Hong Kong dovranno pagare una multa parecchio salata – che arriva in un weekend che anticipa una settimana a alta tensione sui mercati.

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