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Nella notte altro intervento sullo yen? Per gli esperti però non sarà sufficiente. Outlook bearish per JPY
C’è il sospetto, tanto per utilizzare un eufemismo, che Bank of Japan sia intervenuta per la seconda volta nel giro di pochi giorni a tutela dello yen. USD/JPY è scambiata in questo momento sui mercati a 155, molto lontana dai livelli toccati soltanto nel corso di questa settimana. Intanto però da Bank of Japan arriva soltanto il più rumoroso dei silenzi, con i dati che sembrerebbero indicare, pur senza darne la certezza, la possibilità che la reserve bank sia intervenuta a tutela della divisa nazionale.
Decisioni che sono arrivate a tutela di uno yen mai così debole da più di 30 anni e con ogni probabilità per lanciare un messaggio ai cosiddetti speculatori che da tempo ormai stanno aumentando le posizioni short sullo yen, dopo che per settimane alle minacce di intervento di Bank of Japan non è stato mai dato seguito concretamente. L’intervento – supposto – di Bank of Japan arriva inoltre dopo l’ultima conferenza stampa di Jerome Powell, che ha contribuito ad allentare un minimo le pressioni del dollaro sulle altre valute. Un Powell mite, quasi dovish, che ha lasciato intendere che non ci sono motivi affinché si prefiguri il peggio che i mercati avevano almeno in parte prezzato.
Tutto il mercato del Forex guarda ancora a Tokyo e Washington
Le due piazze di riferimento del mondo Forex continuano – e continueranno a essere – quelle di Tokyo e New York. Nel caso di Tokyo, poche ore fa abbiamo assistito con ogni probabilità ad un ulteriore intervento da parte delle massime autorità monetarie, intervento che ha riportato lo yen sotto i 156, dopo che era partita la corsa rialzista, per l’ennesima volta, a favore del dollaro USA.
La situazione per Tokyo, nonostante le due ultime dimostrazioni di forza, non sembrerebbe essere delle migliori: nonostante interventi (per ora non confermati) di una certa natura per spostare così tanto l’andamento del trend, tutti continuano a avere un outlook negativo sul dollaro. In breve: nessuno crede che gli effetti di due interventi estemporanei possano avere un impatto sul mercato duraturo, soprattutto mentre saranno mantenuti i fondamentali che stanno continuando a indebolire lo yen, così come tante altre valute di una certe rilevanza sul piano internazionale.
Parlerà, con il tempo necessario, il mercato, per quanto per ora siano in pochi a scommettere sulla possibilità di un’inversione di trend. Questo almeno fino a quando Washington, come ricordato ieri da Jerome Powell, potrà permettersi la politica monetaria restrittiva e corretta per combattere l’inflazione. Cosa che altri paesi, Giappone compreso, non sembrerebbero potersi permettere, almeno sul breve.
Jerome Powell dovish? Ecco cosa ha detto ieri
Abbiamo già pubblicato un approfondimento sull’intervento di Powell nella serata di ieri, ora italiana. Nessun accenno a possibili rialzi dei tassi, cosa che aveva agitato i sonni dei principali operatori di mercato e anche di quelli che operano per conto proprio. Powell ha comunque confermato che non vi è alcuna fretta di tagliare, data la resilienza dell’economia degli Stati Uniti e data la forza del mercato del lavoro. Ha comunque confermato anche che con l’inflazione che comunque si riavvierà, con i suoi tempi, verso il target del 2%, ci sarà da concentrarsi sui potenziali effetti delle politiche monetarie restrittive su economia appunto e su mercato del lavoro.
Ad ogni modo quello che interessa al mercato del Forex è che di rialzi non ce ne saranno, e che se dovessero arrivare dati più incoraggianti dall’inflazione, ci sarà probabilmente da prendere in considerazione un allentamento della corsa del dollaro, che è la vera sorpresa per gli analisti di questo 2024. Occhio però ad esporsi eccessivamente: lo stesso Powell ha confermato che Fed rimarrà con le mani libere per qualunque tipo di decisione in futuro.