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Il mistero dello yen sarà impossibile da risolvere. BoJ è intervenuta? Domani i dati che potrebbero svelare l’arcano

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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In assenza di grandi notizie e in attesa dell’intervento di Jerome Powell programmato per domani 1^ maggio, c’è comunque tanto di interessante di cui parlare a tema Forex. Il teatro rimane quello di Tokyo e di Bank of Japan, con il rapido dump & pump di inizio settimana che ha ancora un importante mistero da risolvere. È stata Bank of Japan a intervenire sul mercato, permettendo allo yen di recuperare livelli di cambio contro il dollaro USA più ragionevoli? Da Tokyo, come vi avevamo già raccontato ieri, non arrivano né conferme né smentite. E con ogni probabilità non ne arriveranno a breve.

Tuttavia, tra poche ore potremo guardare ai dati delle riserve della Banca Centrale che governa lo yen. E nel caso in cui queste dovessero essere significativamente più basse di quanto preventivato dagli analisti privati e dagli allocatori, potremmo avere la certezza o quasi che sia stata proprio BoJ a intervenire, permettendo così allo yen di recuperare livelli di prezzo meno problematici. Il tutto in una situazione che complessivamente non promette davvero nulla di buono per lo yen, con l’intervento (supposto) di ieri che potrebbe comunque rapidamente confermarsi come inutile, così come avvenuto già in passato. Saranno i fondamentali, ancora una volta, a spingere al rialzo o al ribasso infatti la valuta di Tokyo. Fondamentali che per ora non sono cambiati, al netto della presenza di un intervento o meno da parte della banca centrale stessa.

BoJ è intervenuta a mercato?

L’intervento di Tokyo ammantato di mistero, ma non ci sono alternative

Bank of Japan non può che continuare a tenere la bocca chiusa. Da un lato questa sarà una settimana già densa di problematiche sul fronte del Forex: domani arriverà la scontata decisione del FOMC negli Stati Uniti, che al 99% lascerà i tassi invariati. Decisione scontata che però sarà accompagnata ancora una volta da una conferenza stampa di Jerome Powell che andrà con ogni probabilità a confermare una stagione di high for longer. E se i toni di Powell stesso dovessero confermarsi come piuttosto hawkish, il rischio sarà quello di vivere un’altra mini-stagione di forza del dollaro.

Forza del dollaro relativa che è un problema per tutte o quasi le economie di quell’area geografica, ma che principalmente interessa i due rivali a Tokyo e Pechino. La situazione di Tokyo rimarrà pertanto in sospeso, per quanto sarà difficile comunque aspettarsi un’inversione del trend.

Unica certezza per i mercati? I 160 sembrerebbero essere la nuova sottile linea rossa che non potrà oltrepassare senza innescare un intervento. Intervento che per quanto non sia stato ancora confermato appunto da Tokyo, sembrerebbe esserci stato. Ne sapremo di più, ma sempre nella forma dell’elucubrazione, quando avremo i dati sulle riserve di BoJ. Ci si aspetta un dato più basso rispetto al precedente. E sarà comunque sulle aspettative che si potrà fare qualche ragionamento, che non potremo però che rimandare a domani.

Intervento analisi
Difficilmente l’intervento sarà però risolutivo

Jerome Powell responsabile della stabilità planetaria?

Questo è il nuovo ritornello che ormai cantano tutti o quasi sulle piazze finanziarie. Federal Reserve avrebbe una sorta di responsabilità nel mantenere una sorta di stabilità finanziaria anche nei cambi a livello internazionale. Stabilità che dovrà essere mantenuta, vorrebbero in molti così, tramite un indebolimento del dollaro USA. O almeno con toni meno hawkish che darebbero un po’ di respiro non solo allo yen, ma anche allo yuan.

Nel frattempo infatti la situazione a Pechino non sembra essere migliore di quella di Tokyo. Ai piani alti pare che si stia discutendo della possibilità di cedere un po’ nella strenua difesa della divisa nazionale cinese. Difesa che costa molto in un anno che sarà tra i più complicati per la Cina, almeno da 20 anni. Di motivi per speculare ce ne sono tanti. E di problemi che sembra possibile risolvere… sempre meno.

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