Paura e delirio a Tokyo, nonostante le piazze locali siano chiuse per festa nazionale. Nel giro di pochi minuti prima lo yen perde addirittura quota 160 nei confronti del dollaro, poi recupera con uno swing che forse i nostri lettori si aspetterebbero, correttamente, più dal mercato delle criptovalute che da quello delle valute più scambiate al mondo. Uno swing che vale quasi il 3% nel giro di pochi frenetici attimi sul mercato e che in molti ritengono essere il probabile segnale di interventi a mercato che si aspettavano da tempo e che finalmente si sarebbero appunto materializzati, per quanto non ancora dichiarati.
Il grafico è di quelli certamente non adatto ai cuori deboli. E per quanto ci si aspettasse un intervento, in realtà da tempo, da parte di Bank of Japan, in pochi si sarebbero aspettati, durante una giornata che era prevista come di calma più che piatta, movimenti di questo tipo. Fino a quando non si tornerà alle normali attività in Giappone, da domani, sarà estremamente difficile valutare, se non anche scoprire quanto è avvenuto su queste piazze. Ci sarà però spazio per considerazioni che andranno svolte, anche per capire quali saranno le possibili evoluzioni di un mercato che ormai preoccupa molti.
La settimana del FOMC si apre con i fuochi d’artificio
La settimana del FOMC si sta aprendo con i proverbiali fuochi d’artificio. Mentre in Italia era il cuore della notte, lo yen ha preso quota 160 contro il dollaro USA, salvo poi rientrare in modo altrettanto violento e stabilizzandosi intorno a quota 156. Il tutto mentre il grosso degli analisti, noi compresi, continua a interrogarsi su cosa sia avvenuto in concreto. Da un lato lo spike verso l’alto era apparso come innaturale, nonostante la giornata molto particolare per il trading sullo yen, data la chiusura delle piazze locali per festa nazionale.
Dall’altro è apparso come ancora più innaturale il dump di USD/JPY nell’arco di pochi minuti che ha riportato il tasso di cambio della coppia sotto i 156. Movimenti certamente insoliti per un mercato che, a prescindere dal fatto che la piazza principale sia chiusa, è molto liquido e vede la partecipazione della crema della finanza internazionale, di market maker con le tasche profonde e più in generale due delle economie più rilevanti del pianeta.
Nel frattempo bocche cucite in Giappone: Masato Kanda ha commentato con un laconico no comment sulla situazione, così come ha evitato di confermare o smentire un eventuale intervento da parte delle massime autorità monetarie del Giappone. Mistero che probabilmente non sarà risolto a breve, nonostante domani si tornerà alla piena normalità per quanto riguarda anche le piazze giapponesi.
Scarsa liquidità ha aiutato. Ma davvero non c’è stato alcun intervento?
Le condizioni di liquidità su USD/JPY non sono certamente al top, complice appunto la pausa prolungata degli scambi dovuta alla festività nazionale giapponese. Tuttavia, al netto delle considerazioni sul trading algoritmico che sono state avanzate da diversi analisti nelle ultime ore, il sospetto è che la mano invisibile della Banca Centrale o del dicastero delle finanze abbia potuto dare una spinta ad un movimento molto insolito per mercati comunque liquidi come quello del Forex.
Una situazione che rimane, almeno ad avviso di chi vi scrive, una di quelle più interessanti, storicamente e finanziariamente, delle tante che si stanno sviluppando sulle piazze valutarie.
Tutto in apertura di una settimana che vedrà un FOMC privo di scossoni sul fronte dei tassi negli USA, accompagnato però dalla classica e consueta conferenza stampa di Jerome Powell che potrebbe effettivamente contribuire a creare altra volatilità sui mercati. Una volatilità che ora temono tanto a Tokyo, quanto su altre piazze.