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Occhi puntati sulla Cina, in settimana i dati più importanti

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Quella che si aprirà lunedì 4 settembre sarà una settimana di dati economici importanti per la Repubblica Popolare Cinese, tra inflazione e dati sul commercio che – secondo la maggioranza degli analisti – segnaleranno una debolezza intrinseca dell’economia di Pechino e la difficoltà di inversione di un trend negativo nonostante le numerose misure spot a difesa dell’economia.

Le preoccupazioni per Pechino sono ormai ospiti abituali delle prime pagine delle principali testate dedicate a economia e finanza, segno di una narrativa di preoccupazione che monta sia a causa delle crisi del settore immobiliare cinese, sia a causa di dati economici impietosi e che non dovrebbero mostrare accenni di miglioramento nel corso della prossima settimana. Ci sarà comunque da aspettare poco, dato che avremo la verità su import e export già giovedì, mentre sabato sarà il turno dei dati sull’inflazione, tra i dati più importanti non solo per l’economia cinese, ma anche per comprendere eventualmente la traiettoria di un’economia globale che mostra ormai da tempo segni importanti di rallentamento.

Ancora timori per l’economia cinese. Dati fondamentali giovedì

Esperti scettici sull’inversione del trend di Pechino

Lo scetticismo su una potenziale inversione del trend per l’economia cinese. I dati che arriveranno durante la prossima settimana saranno con ogni probabilità negativi e mostreranno un’ulteriore contrazione per quanto riguarda i dati su import e export, segnale inequivocabile di rallentamento dell’economia di Pechino. Discesa che però gli esperti ritengono sia almeno in termini di intensità più dolce rispetto a quanto è stato fatto registrare in luglio.

Le preoccupazioni per l’andamento dell’economia cinese dunque continuano nonostante qualche marginale miglioramenti dei dati macro-economici, con Pechino che potrebbe presto trovarsi a fronteggiare una delle crisi più importanti della nuova era di mercati misti, con disoccupazione in crescita – in particolare a livello giovanile – difficoltà evidenti per la valuta nazionale e le ormai note difficoltà del settore immobiliare, con due delle principali società del comparto che sono in difficoltà da mesi, per quanto stiano riuscendo a strappare rimandi per la resa dei conti.

La domanda globale inoltre non aiuta, almeno per quanto riguarda i prodotti cinesi, che continuano e rafforzano una contrazione degli export che dovrebbe essere campanello di allarme tanto per l’economia cinese quanto per le altre, che dalla Cina dipendono per la produzione di semilavorati che sono un buon segnale dello stato di salute di certe economie.

Dati dovrebbero essere migliori di quelli di luglio, ma non sono escluse sorprese

Gli stimoli ai consumi potrebbero produrre effetti, ma non immediati

I recenti interventi sui tassi dei mutui anche in corso è una misura da considerarsi come positiva per il livello di consumi interni, per quanto potrebbero volerci settimane prima che il dato sia captato dalle statistiche.

I molti però sono scettici sull’effettivo impatto di certe manovre spot e non organiche per cercare di tamponare i problemi, evidenti ormai per tutti, per l’economia cinese.

Deflazione ormai al capolinea?

I dati che sono arrivati da PMI e che riguardano le indagini che sui purchasing manager sono leggermente migliorati ad agosto, indicando anche aumento dei prezzi, per quanto leggero.

Si dovrebbe pertanto tornare ad un’inflazione positiva dopo il dato negativo – e in controtendenza rispetto al resto del mondo – di luglio. Un’inflazione che comunque la Cina non ha mai sperimentato sui livelli che affliggono Washington e Francoforte.

Cosa aspettarsi dalla settimana?

Giovedì sarà la giornata più importante per le piazze asiatiche, con i dati che arriveranno alle 05:00 ora italiana e che riguarderanno import, export e bilancia commerciale. Un dato che non sarà guardato da vicino soltanto dagli investitori sulle piazze asiatiche.

Il rischio, in caso di dati negativi rispetto a aspettative già non brillanti, è quello di rinforzare un sentimento bearish in particolare sugli asset di rischio – categoria che pecca storicamente di ottimismo e che anche nelle attuali situazioni macro non sembra aver risposto granché a condizioni che appaiono in probabile deterioramento.

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