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Oggi Jerome Powell in Congresso | Non ci saranno sorprese
È il giorno in cui Jerome Powell, a capo di Federal Reserve, comparirà di fronte all’House Financial Services Committee. E per quanto i mercati ascolteranno ogni singola parola proferita da quello che – da qualche tempo a questa parte – è l’uomo più potente sui mercati, non ci si aspettano grandi novità. Sarà una testimonianza perfettamente in linea con quanto affermato a fine gennaio in occasione dell’ultimo FOMC: Federal Reserve ha a cuore (e a mandato) la stabilità dei prezzi e prima che si torni sensibilmente vicino al 2%, non ci saranno grandi movimenti da aspettarsi sui tassi, almeno in termini di tagli.
Sarà pertanto una seduta che non racconterà molto – con gli esegeti del profeta di Federal Reserve che saranno alla disperata ricerca di un tentennamento, di una vibrazione nella voce, di segnali che arrivano dal linguaggio del corpo per sconfessare una linea che in realtà Federal RReserve non ha mai cambiato. È presto per parlare di tagli ai tassi, nonostante i dati sull’economia arrivati ieri non siano esattamente dei migliori. Tutto questo mentre, ragionevolmente, inizieranno a montare anche pressioni politiche importanti, in particolare in avvicinamento all’importante tornata elettorale che indicherà il prossimo inquilino della Casa Bianca.
Da Jerome Powell non ci si aspetta nessuna novità
Il contesto dovrebbero ormai conoscerlo tutti gli operatori di mercato, per semplici o strutturati che siano. Siamo al termine o quasi di un ciclo importante di politiche monetarie restrittive. Quasi, però, perché nessuno tra i dotati di senno si aspetta un taglio a marzo, e per quanto a maggio ci siano maggiori possibilità, allo stato attuale delle cose tutto lascia pensare che se ne parlerà nella seconda metà del 2024.
Ad aggiungere ulteriore contesto il buono stato di salute delle borse, che fatte salve delle correzioni recenti, continua a viaggiare intorno ai massimi.
Terzo dato: l’inflazione è sticky, sta facendo una fatica importante a tornare verso il 2%. E finché non ci sarà un ritorno deciso, finché non si potrà essere certi di essere in traiettoria, da Federal Reserve non vorranno saperne di tagliare i tassi. Questo – almeno secondo quanto è stato detto più volte durante il 2023 – a meno che non si rompa qualcosa.
La commissione congressuale con ogni probabilità, soprattutto dal lato Repubblicano, chiederà conto della lunga durata delle politiche monetarie restrittive e – come accade in Europa – lascerà forse intendere di preferire un percorso più morbido. Cosa che, con tutto il savoir faire al quale Jerome Powell ha abituato i suoi interlocutori.
Domani anche al Senato
A scanso di ogni equivoco, è bene ricordare che domani invece sarà il turno della commissione senatoriale sulle banche e che non dovrebbero esserci grosse novità neanche su quel fronte. Qualche banca, in particolare New York Bancorp, sta avendo problemi, in particolare in relazione all’esposizione verso il settore degli immobili commerciali, ma per il resto il mantra di Fed, così come quello del Tesoro, sarà quello di un sistema bancario fondamentalmente in salute e che non ha bisogno né di aiuti né di sostegni, che sarebbero comunque pronti.
Chi guarderà dunque a Powell in attesa di segnali sulle borse o sul Forex non dovrà aspettarsi grande sorprese, per quanto durante la seduta potremmo trovarci a fronteggiare una volatilità leggermente superiore alla media.
L’appuntamento è per le 16:00 ora italiana, poco dopo l’apertura delle piazze USA. La politica d’altronde, è fatto noto, poco si cura di scuotere eventualmente i mercati e non può riunirsi a piazze chiuse.