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L’oro raggiunge un nuovo massimo a 2.739,40 dollari l’oncia. Ecco perché continua il rally
Continua il rally dell’oro, che in mattina raggiunge un nuovo massimo. Cerchiamo di capire cosa succede a questa materia prima.
L’oro raggiunge un massimo storico, riuscendo ad estendere un importante rally e muovendosi senza grossi problemi tra le varie incertezze che arrivano dalle elezioni statunitensi, dalle tensioni in Medio Oriente e in mezzo ai tagli dei tassi d’interesse che hanno effettuato la maggior parte delle principali banche centrali. L’argento, invece, è riuscito a sfiorare il massimo da dodici anni a questa parte.
L’oro spot è cresciuto dello 0,3% toccando quota 2.729,40 dollari l’oncia alle 7 di questa mattina. In precedenza aveva sfiorato il massimo storico di 2.732,73 dollari. Sono cresciuti anche i future sull’oro statunitense, che hanno registrato un +0,6% a 2.744,80 dollari. Grazie al rialzo dei lingotti, l’argento spot è riuscito a crescere dell’1,1% a 34,03 dollari l’oncia, pari al livello più alto dalla fine del 2012.
Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire cosa sia accaduto all’oro.
Continua il rally dell’oro
L’oro in questi giorni continua a brillare. Soni Kumari, stratega delle materie prime presso ANZ, ha spiegato che il rally di questo mese è guidato principalmente dalla domanda di beni rifugio a causa della tensione geopolitica in Medio Oriente e dell’incertezza sulle elezioni statunitensi, il cui esito sembra molto incerto: chiunque può vincere.
L’ex presidente Usa Donald Trump e la vicepresidente Kamala Harris, al momento, sono testa a testa nella corsa alle presidenziali degli Stati Uniti d’America nei sette stati chiavi che decideranno le elezioni del 5 novembre 2024.
Nel frattempo centinaia di residenti di Beirut, in Medio Oriente, sono dovuti fuggire dalle loro case nel corso della serata di domenica. Sono state udite, infatti, moltissime esplosioni: Israele si preparava ad attaccare molti siti.
L’oro è considerato un investimento sicuro in periodi di turbolenza economica e politica. I tassi più bassi ne accrescono anche il fascino, poiché i lingotti non fruttano interessi.
Gli investitori hanno anche digerito la notizia che la Cina ha tagliato i suoi tassi di interesse di riferimento sui prestiti, in seguito alle riduzioni di altri tassi di interesse ufficiali il mese scorso, come parte di un pacchetto di misure di stimolo per rilanciare l’economia.
La domanda di oro nella Cina, il principale paese consumatore, ha subito un duro colpo a causa dei prezzi elevati e del rallentamento economico.
Altrove, i trader stanno prezzando una probabilità del 99% di un taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve statunitense a novembre. La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di un quarto di punto la scorsa settimana.
Tim Waterer, analista capo di mercato presso KCM Tradeer l’oro a 2.800 dollari sembra essere un obiettivo praticabile per fine anno. Secondo Waterer ci sarà la tentazione di bloccare alcuni profitti, il che potrebbe rallentare l’immediato rialzo.
Il platino è salito dello 0,3% a 1.016,21 dollari l’oncia, il suo massimo da metà luglio. Il palladio ha guadagnato lo 0,3% a 1.076 dollari.
Oro quali sono motivazioni dell’aumento dei prezzi
Quali sono le motivazioni che sono dietro all’aumento del prezzo dell’oro? Senza dubbio a condizionare le quotazioni sono i massicci acquisti effettuati dalle banche centrali a livello globale. Tramite questi istituti, gli Stati conservano molte riserve auree in modo da assicurarsi un prodotto finanziario solvibile in qualsiasi momento, soprattutto quando c’è una crisi economica o geopolitica.
Un esempio di quanto queste scorte siano importate è costituito dalla Russia, che, proprio nel momento in cui sta attraversando una crisi monetaria determinata dalla chiusura della sua principale fonte di valuta estera (la vendita di materie prime a causa delle sanzioni), ha iniziato ad acquistare oro.
Per contrastare questa situazione, la Banca Centrale Russa ha iniziato ad aumentare le proprie scorte di lingotti, che sono arrivate a superare in valore quelle dei dollari.