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Pfizer pronta per il post Covid. Rivisti ricavi al ribasso

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Pfizer ha ridotto le proiezioni sui ricavi 2023 di 9 miliardi di dollari. La riduzione è dovuta al calo di vendita dei vaccini Covid che avevano garantito al gigante della farmaceutica ricavi incredibili, così come alla riduzione delle vendite per Paxlovid, antivirale per il trattamento della stessa patologia. Nonostante però la riduzione delle proiezioni, il titolo ha risposto in modo molto positivo in borsa nella sessione di lunedì 16 ottobre, segno che i mercati avevano già prezzato qualcosa di evidente, e anche una riduzione dei ricavi attesi.

Siamo davanti a un decoupling chiaro ma certamente non scontato, che farà discutere gli analisti anche in relazione al rendimento di società i cui introiti erano legati, parimenti o in modo ancora più accentuato alla pandemia, come appunto Moderna. La storia è di quelle complesse, perché in realtà Pfizer ha accompagnato alle proiezioni aggiornate un piano di tagli di costi che vale, da solo, 3,5 miliardi e che dunque almeno in parte finirà per compensare le vendite ridotte di farmaci che difficilmente rivisiteranno il picco dello scorso anno.

Il Covid è finito, almeno per i ricavi delle aziende farmaceutiche

Per quanto le campagne vaccinali – in particolare per alcune fasce della popolazione – stiano continuando, Pfizer e Moderna sono lontane dalle vendite di vaccini che avevano riempito i forzieri delle due aziende nel bienno che ci stiamo lasciando alle spalle. La situazione delle due aziende è però sostanzialmente diversa: se Pfizer è un player a tutto tondo e che ha un portafoglio di medicinali piuttosto variegato, Moderna ha invece uan quantità maggiore di ricavi legati ai vaccini. E i mercati – che fessi non sono per quanto si voglia cercare di far intendere il contrario – stanno reagendo in modo completamente diverso alla fine di questo ciclo.

Nella giornata di lunedì Pfizer è stata tra le migliori società dell’indice S& P500, nonostante abbia comunicato al pubblico una revisione dei ricavi attesi per il 2023 di ben 9 miliardi di dollari. Al contrario Moderna è stata tra le peggiori performer, con il titolo che ha accumulato perdite oltre il 6%. A giocare a favore di Pfizer, oltre a una situazione migliore in termini di catalogo – e dunque di dipendenza dalla pandemia – anche un ambizioso piano di tagli che ridurrà i costi per 3,5 miliardi di dollari.

Per Moderna situazione più problematica

Pfizer pronta a orientare la discussione su altri prodotti

Pfizer ha fretta di allontanare la sua immagine – in termini di ritorni – dall’imponente campagna vaccinale che ha coinvolto tutti i principali paesi del mondo. E per farlo si prepara a campagne che sottolineino non solo il nuovo vaccino per la RSV, ma anche nuovi farmaci sperimentali che dovrebbero competere con l’offerta di Novo Nordisk e nello specifico con Ozempic, farmaco contro il diabete che sta però spopolando grazie principalmente alle sue proprietà soppressive dell’appetito. In altre parole – ed è questo il messaggio che si vuole passare agli analisti – Pfizer continuerà a essere un gigante dell’innovazione farmaceutica che non avrà bisogno di dipendere dalle laute vendite di vaccini per il Covid e farmaci anti-virali legati alla medesima pandemia.

I mercati per ora sembrano apprezzare i piani: il titolo però dovrà ripetere l’ottima performance di apertura di settimana – se l’obiettivo è quello di segnalare una nuova fase per Pfizer. Sarà più difficile vedere un rimbalzo per Moderna, alla disperata ricerca di un nuovo filone che dovrà rimpiazzare gli importanti introiti dovuti al vaccino.

Della fine della pandemia continueremo certamente a parlare, perché come prevedibile ha già impattato (e continuerà a impattare) anche altri comparti, anche sul medio e lungo periodo – anche non legati direttamente al comparto farmaceutico, che pur è quello che ha maggiormente tratto beneficio dalla crisi pandemica.

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