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Regno Unito: boom dei discount. Lidl e Aldi dominano vendite

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È il Natale dei discount, per quanto démodé possa sembrare questa parola. Parola che però torna prepotentemente alla ribalta con i dati che arrivano dal Regno Unito e che parlano di ottime performance tanto per Aldi quanto per Lidl, entrambe catene che almeno nel contesto britannico offrono prodotti su fasce di prezzo più abbordabili. Le vendite dei due gruppi sono cresciute in modo importante durante la stagione festiva, all’interno di un anno che si è appena concluso, il 2023, che ha fatto comunque registrare ottime performance per i retailer di questo segmento.

Per molti sarà un segno inequivocabile della crisi in arrivo, o della crisi che è già tra noi e che i dati macro che vengono diffusi dai principali istituti non sono stati ancora in grado di catturare. Quel che è certo per ora è che l’inflazione ha già cambiato in modo consistente le abitudini dei consumatori britannici, e con ogni probabilità anche di quelli europei e italiani.

Aldi e Lidl dominano la stagione festiva

L’inflazione aiuta le catene low cost

C’è l’inflazione dietro la grande crescita di Aldi e Lidl nel Regno Unito? Il gruppo tedesco ha comunicato vendite mai così alte nel paese e una crescita anno su anno di proporzioni importanti, che non può essere imputata soltanto ad una presenza più capillare sul territorio. Discorso simile per Aldi – segnale forse inequivocabile del fatto che i consumatori, durante l’ultima stagione festiva, sono stati più attenti del solito ai prezzi. Per quanto manchino i dati di vendita delle due più grandi catene del Regno Unito, che arriveranno a breve e che avranno un impatto anche sulle borse, perché sono entrambi gruppi quotati, sembra che si possano già trarre le prime conclusioni di un 2023 che ha visto le borse in positivo ma i consumatori sempre più impoveriti.

I dati che riportiamo sono relativi al Regno Unito, ma saranno confermati anche dai dati che arriveranno dalle economie continentali. Nel Regno Unito, nello specifico, Aldi e Lidl hanno guadagnato quote di mercato ai danni di Asda e anche di Waitrose, mentre del gruppo dei supermercati storici del Regno, soltanto Tesco e Sainsbury sembrerebbero tenere il passo, anche grazie a campagne specifiche di sconto per i clienti fidelizzati tramite carte.

Che tipo di conclusione si può trarre? Che i consumatori, un po’ in tutto il mondo, hanno pagato l’inflazione di tasca propria e non sono pronti a spendere anche in vista di periodi molto duri che sono nelle previsioni. E che dunque anche la stagione festiva è stata dominata dalla caccia allo sconto più che dalle spese senza pensieri.

Consumatori sempre più attenti ai prezzi

In attesa dei dati europei

Sarà interessante vedere se questo tipo di trend sarà confermato anche in Europa continentale, con l’area euro che ha sostenuto un’inflazione simile per grado a quella di Londra e dove i salari sono rimasti al palo. Dati che arriveranno nei prossimi giorni e che saranno i più importanti per iniziare a studiare la fase del ciclo economico nel quale ci troviamo.

Difficile aspettarsi grandi numeri, per una fase di mercato che oltre con l’inflazione, deve fare i conti con un sentiment presso i consumatori che è tutto fuorché positivo, per quanto almeno sulle borse le discussioni riguardanti un soft landing abbiano preso piede.

Per ora decifrare il 2024, senza l’attesa di dati che arriveranno anche relativamente a produzione industriale, salari e altri fattori macro di grande importanza, sembra duro. Le borse europee hanno aperto l’anno con il proverbiale botto, ma sarà necessaria la conferma dei livelli raggiunti prima di stappare le bottiglie rimaste.

I segnali che arrivano dal Regno Unito non sono dei migliori, se non per gli azionisti di Aldi e Lidl.

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