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Russia, l’UE approva il 14esimo pacchetto di sanzioni: restrizioni anche sul gas liquefatto
L’Unione Europea ha appena approvato il 14esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, includendo come già ampiamente previsto anche dei limiti sulle esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL). I Ministri degli Esteri europei ritengono che questo nuovo pacchetto aiuterà a risolvere alcuni limiti di quelli precedenti, impedendo alla Russia di sfuggire alle sanzioni attraverso i vuoti legislativi che sono stati sfruttati fino a questo momento. Inoltre saranno anche limitati gli investimenti europei in Russia, cercando di continuare a limitare la capacità di Mosca di finanziare il proprio sforzo bellico attraverso la vendita di combustibili fossili.
Il nuovo pacchetto di sanzioni potrebbe contribuire a un aumento delle quotazioni europee del gas naturale, ma per il resto non ci si aspetta che la nostra economia vada incontro a un impatto particolarmente forte. Le sanzioni sono state vagliate per quasi sei mesi, cercando di puntare in modo specifico su ciò che può maggiormente penalizzare Mosca senza andare a inficiare l’Eurozona. Anche i mercati azionari fino a questo momento non hanno dato segni di nervosismo, mantenendo una volatilità nella norma. Addirittura gli indici europei hanno aperto la settimana in rialzo, cosa che dopo l’annuncio di elezioni in Francia è stata molto rara.
GNL al centro delle nuove sanzioni
Il nuovo pacchetto di sanzioni impedirà alle navi russe di poter fare trasferimenti di GNL da una nave all’altra al largo dei porti europei. Questa tecnica è stata spesso utilizzata nelle spedizioni di Gazprom e degli altri vari colossi dei combustibili fossili in Russia. Inoltre, Finlandia e Svezia avranno il diritto di cancellare del tutto alcuni contratti per forniture di gas liquefatto. A distanza di oltre due anni dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, l’UE è sempre stata riluttante a introdurre sanzioni sul gas naturale; ancora oggi ci sono paesi europei, come l’Austria, che alimentano pressoché il 100% delle loro centrali a gas utilizzando forniture russe. Il volume di importazioni si è più che dimezzato rispetto al pre-invasione, ma continua a giocare un ruolo importante nello stabilizzare i mercati europei.
Gli esperti di gas naturale fanno notare che le nuove sanzioni hanno più un significato politico che pratico. Attualmente appena il 10% delle importazioni di gas naturale che viaggiano dalla Russia verso l’Europa sono oggetto di trasferimenti da una nave all’altra; il resto viaggia direttamente dalle navi russe fino al porto di destinazione. In questo momento non sembra che ci siano i presupposti necessari per poter tagliare ulteriormente le forniture, ma con l’avanzata delle rinnovabili in Europa e le nuove partnership con esportatori di gas, diventa sempre più possibile affrancarsi dal GNL russo.
Altri 116 soggetti fisici e giuridici sanzionati
Il nuovo pacchetto di sanzioni introduce anche una lunga serie di nuove entità sanzionate, tra oligarchi e imprese che secondo Bruxelles starebbero aiutando Mosca ad aggirare le sanzioni. In totale sono stati 116 nomi a finire nelle nuove liste di sanzioni europee, portando a un totale di oltre 2.200 soggetti sanzionati. Per la prima volta il pacchetto menziona esplicitamente anche le attività di attacchi informatici condotte da hacker russi. Sei dei soggetti sanzionati sono infatti ritenuti colpevoli di aver condotto attacchi hacker, sia ai danni di infrastrutture europee che dell’esercito ucraino. Alla fine, però, non è riuscito a passare il provvedimento “No Russia“. La misura avrebbe impedito ai paesi terzi di importare prodotti europei e riesportarli verso la Russia; dopo una lunga serie di trattative, però, non si è riusciti a far passare la misura.