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Settore auto Europa: +21% a agosto. Cresce però l’incertezza

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Il settore auto europeo sembrerebbe essere in un ottimo stato di forma, almeno a leggere i dati che arrivano dalla European Automobile Manufacturers’ Association. Dati che raccontano del tredicesimo mese consecutivo che fa registrare un aumento di vendite all’interno del continente. Dati che però devono essere inseriti in un contesto più ampio e complesso per il settore automotive europeo, recentemente al centro di manovre protezioniste da parte della Commissione Europea.

A spingere le vendite è il settore dell’elettrico, che per la prima volta in Europa fa registrare più del 20% sul totale. Situazione che conferma l’importanza, anche per i produttori europei, di un comparto nel quale i produttori cinesi appaiono ancora come irraggiungibili tanto per prezzi quanto per diffusione commerciale. A giustificare il boom mensile (e annuale) delle vendite di auto in Europa ci sono però anche altri fattori, che devono essere tenuti in considerazione anche da parte di chi sta valutando l’esposizione verso le aziende di questo comparto o ha posizioni già aperte.

Settore automotive europeo in crescita

+21% per le vendite di auto in Europa

La striscia positiva delle vendite auto in Europa si allunga. Per il tredicesimo mese consecutivo – secondo i dati riportati dalla European Automobile Manufacturers’ Association – il settore fa registrare un aumento di vetture consegnate. A spingere il comparto, dato sul quale è stata posta particolare enfasi, è la crescita del comparto delle auto elettriche, che per la prima volta ha superato il 20% sul totale del venduto. Per chi investe però il dato importante è un altro.

Una parte, per quanto difficile da computare – della crescita delle vendite degli ultimi 13 mesi, è imputabile agli ordini che si erano accumulati durante la fase pandemica e successivamente, alla riapertura totale delle economie, a causa di importanti carenze per quanto riguarda le componenti elettroniche. Una luna di miele pertanto indotta da particolari congiunture tanto per l’economia quanto per le supply chain.

Problemi alla supply chain hanno giocato un ruolo fondamentale

Il settore attende la prova del nove

Sul settore pendono almeno due spade di Damocle. La prima è quella della lotta, commerciale per il momento, con Pechino. I produttori di veicoli elettrici cinesi hanno un vantaggio importante in termini di prezzo finale al cliente, secondo la Commissione Europea aiutato anche da una politica di incentivi importante da parte di Pechino. Incentivi che sarebbero parte, sempre secondo la Commissione Europea, di aiuti di stato che distorcono il mercato e che dunque dovranno essere oggetto di discussione anche in Europa, con la possibile e ventilata introduzione di dazi aggiuntivi.

La seconda delle spade di Damocle è il backlog, ovvero gli ordini che si sono accumulati in passato e che non sono stati evasi a causa di problemi, noti, alla supply chain. Una volta che il backlog – sulle cui dimensioni è purtroppo difficile dibattere – sarà stato esaurito, si dovrà valutare effettivamente lo stato delle vendite di auto in Europa. In particolare in un’epoca che, almeno momentaneamente, sarà condizionata anche da tassi alti per i finanziamenti.

Superati i diesel, ma non dovrebbe sorprendere nessuno

I veicoli elettrici a agosto – per quanto fosse già accaduto a giugno in proporzioni inferiori – hanno superato quelli diesel, le cui vendite sono in lento ma costante declino. Effetti a catena delle nuove politiche europee e – per quanto non si possa dire a alta voce – della querelle innescata dal DieselGate.

A prescindere da questo – Volkswagen sembrerebbe essere la società più in forma anche in termini relativi, con Stellantis che invece arranca anche in virtù di una presenza fiacca sul mercato EV. Il settore, anche in termini di valore delle azioni, continuerà ad essere agitato anche da importanti questioni geopolitiche. Per chi investe è consigliata sempre la massima attenzione.

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