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Si vota in Argentina: si apre alla dollarizzazione (e non a Bitcoin)

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Elezioni mai così interessanti per il mercato del Forex. Oggi milioni di cittadini argentini si recheranno alle urne per scegliere il prossimo presidente – una decisione che mai come ora vede al centro anche il peso, il dollaro e – per qualcuno, anche Bitcoin. Il candidato in testa secondo i sondaggi, Javier Milei, ha un piano per dollarizzare l’economia di Buenos Aires e a poche ore dall’apertura delle operazioni di votazione, la banca centrale argentina arriva alla fine della corsa per operare a sostegno del peso. Una combinazione di fattori che potrebbe rivelarsi esplosiva a favore proprio dell’eccentrico candidato di La Libertad Avanza.

Le posizioni, dure, di Milei sul peso argentino sono state già raccontate da TradingOnline.com: soltanto pochi giorni fa il candidato in vantaggio nelle proiezioni ha definito la valuta locale peggiore del letame – ricordando a tutti come il letame abbia almeno utilità per la fertilizzazione dei campi – e per quanto in diversi abbiano avanzato dubbi sulla fattibilità della dollarizzazione, potrà puntare proprio sulla debolezza ulteriore del peso per guadagnare qualche voto in più.

Javier Milei, il dollaro, Bitcoin, e il peso argentino

Alle urne argentine si incroceranno almeno due storie oggi, una in forma di commedia, l’altra in forma di tragedia. Decenni di cattiva gestione, in particolare valutaria, hanno lasciato campo libero al candidato più radicale tra le scelte a disposizione dei cittadini argentini. Javier Milei, economista che si definisce anarcocapitalista ha un piano piuttosto preciso per portare l’Argentina in salvo, un piano che passerà dall’eliminazione della Banca Centrale Argentina e di conseguenza del peso.

Nei suoi progetti l’economia sarà totalmente dollarizzata, eliminando così un potente strumento nelle mani dei politici, strumento che secondo Milei è stato utilizzato per il saccheggio sistematico del lavoro degli argentini a favore di quella casta che ha governato il paese.

L’addio al peso potrebbe essere però più complicato di quanto si possa credere. Le riserve di valuta straniera di Buenos Aires sono ai minimi e ci saranno certe difficoltà nel finanziare l’operazione, per quanto siano in diversi tra gli specialisti ad aver aperto alla possibilità e ad averla salutata con un relativo ottimismo.

I più scettici invece ricordano come non sarebbe questo il primo tentativo di dollarizzazione dell’economia argentina, con il precedente che non ha offerto i risultati sperati. Sulla questione avremo modo di tornare nei prossimi giorni, in particolare in caso di vittoria di Milei, dato che il tema è tra i più controversi tra gli appassionati di politiche monetarie, con risultati alterni tra i paesi che hanno deciso di operare in tal senso.

Gli argentini voteranno per il dollaro?

No, non ci sarà Bitcoin negli orizzonti dell’Argentina

È vero che Javier Milei si è espresso a favore di Bitcoin, quando interrogato sul tema dalla stampa. Il candidato ritiene infatti Bitcoin il ritorno alla forma originaria della moneta, quella privata e che tra le altre cose compete in regime di libero mercato con soluzioni, sempre da Milei, ritenute simili. Questo però non si è mai tradotto in un piano organico e articolato per favorire l’utilizzo di Bitcoin a Buenos Aires, né tanto meno per renderlo di corso legale come è stato fatto a El Salvador.

Quel che sappiamo per ora è che se Milei dovesse procedere con l’abolizione della Banca Centrale argentina finirà per eliminare anche le norme che oggi limitano la circolazione di Bitcoin e di altre criptovalute.

Da qui però a pensare che Javier Milei possa essere un nuovo Nayib Bukele c’è il proverbiale mare. Per ora sul tavolo c’è un arrivo, o meglio un ritorno, del dollaro alla corte di Buenos Aires. Questo a patto che Javier Milei emerga vittorioso dalle urne che si aprono oggi.

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