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Sterlina continua a volare. Fondi hedge aprono posizioni e si punta a nuovo record. Ma quanto può durare?
Come vi avevamo già ampiamente anticipato su queste pagine, la sterlina GBP sta vivendo un momento di straordinaria vivacità – e di forza relativa contro le altre principali valute dei mercati internazionali. A spingere GBP verso livelli che non si vedevano dal 2022 a questa parte, è la convinzione secondo i mercati che in realtà Bank of England sarà costretta dalle circostanze a operare tagli ai tassi di riferimento più tardi della Banca Centrale Europea e – questo è più incerto – più tardi di Federal Reserve.
A restringere le possibilità nel campo di azione di Bank of England sono un’inflazione ancora troppo elevata – e che recentemente ha avuto un importante rimbalzo – e anche una situazione economica che sembrerebbe essere meno disastrata rispetto a quanto avessero preventivato i mercati. Con la seconda parte del mandato, quella della piena occupazione, che per ora non sembrerebbe essere tra le principali preoccupazioni di BoE, l’obiettivo primario rimane quello del ritorno, nel più breve tempo possibile, verso il 2% di target per appunto l’inflazione.
Verso il record di 16 anni fa
Erano 16 anni che non si faceva registrare una sterlina GBP così forte sui mercati finanziari. La divisa nazionale del Regno Unito sta vivendo – come prevedibile dopo gli ultimi dati sull’inflazione – un momento di assoluta forza nei confronti di tutte le principali valute. Il perché non è difficile da comprendere. La sterlina sta godendo infatti del boost offerto da dati sull’inflazione inaspettatamente alti, che rimandano ancora la possibilità di un intervento di taglio ai tassi dalle parti di Londra.
Questa situazione è radicalmente diversa, in principio, da quella che si sta vivendo nell’area euro, con BCE che procederà con i tagli già a giugno quasi sicuramente, vivendo una situazione diametralmente opposta a quella britannica, fatta di inflazione che ormai sembrerebbe essersi placata e di problemi economici che invece sono più che concreti.
Della situazione si sono già accorti i principali fondi hedge, che sono tornati long mediamente sulla sterlina dopo un periodo di short piuttosto consistente. Un segnale che i mercati hanno già incamerato, spingendo la sterlina a 1,17 nei confronti dell’euro e a 1,28 nei confronti del dollaro. Livelli di prezzo certamente elevati e che sono fonte di ulteriore entusiasmo per chi è long sulla sterlina. La vera domanda ora è quanto rapidamente si potrà continuare a salire e fino a quando si riuscirà a farlo. Difficile, come scritto altrove, che si raggiungano livelli di prezzo esorbitanti come nel 2014, ma mai dire mai, in un mercato mai così agitato come in queste ultime settimane.
Situazione macro in evoluzione
La situazione macro è comunque in evoluzione. A testimonianza del nervosismo dei mercati c’è la volatilità che viene innescata ad ogni sospiro, ad ogni dato macro non allineato con le aspettative e più in generale dalla scarsa voglia degli analisti di sbilanciarsi con le previsioni. Nel giro di poche settimane siamo passati da una Fed pronta ai tagli e una BCE che avrebbe seguito ad una posizione fondamentalmente invertita. Ed è la stessa cosa che stiamo vivendo in queste ore e in questi giorni.
Oggi, con l’arrivo di importanti dati sulla fiducia dei consumatori negli USA, nel primo pomeriggio italiano, potrebbero esserci altre scosse di assestamento per il dollaro, chissà se in positivo o negativo. Quel che è certo è che di certezze, come ripetono d’altronde tutte le principali banche centrali del mondo, non ce ne sono. E non ce ne sono perché il tunnel, per quanto si veda la luce in fondo allo stesso, sta assumendo la forma di quelli infiniti. Anche per Bank of England, e chissà se lo ridiventerà anche per la Banca Centrale Europea.