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Sterlina e Yen deboli contro il Dollaro: pesa il quadro macro

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Ancora dollaro USA relativamente forte, in una giornata che sarà fitta di appuntamenti pubblici per i dirigenti di Federal Reserve, compreso il governatore Jerome Powell, che però ha tenuto la bocca chiusa sulle future misure di politica monetaria per Washington. Bocca cucita però non per gli altri che sono intervenuti negli scorsi giorni, con il solito alternarsi di visioni dovish e hawkish che i mercati non sembrano voler scontare, forse perché in perfetto equilibrio.

I mercati però puniscono Londra, anche a causa di un Andrew Bailey più dovish del previsto, con le politiche monetarie attuali di Bank of England che sono, afferma il suo governatore, già in territorio restrittivo, parole che sono state interpretate come una sorta di promessa di stop a ulteriori rialzi dei tassi, data anche la situazione economica di Londra, quasi vicina alla recessione. In uno scenario del genere per l’indebolimento del dollaro del quale si parla ormai da diverse settimane sembra ci sia ancora da aspettare.

Dollaro ancora forte contro JPY e GBP

Bank of England è alla fine del ciclo, almeno secondo i mercati

Partiamo da Londra, della quale avevamo parlato già ieri, anticipando correttamente quanto sarebbe accaduto successivamente alle affermazioni pubbliche del governatore Bailey. Il Regno Unito è con ogni probabilità alla fine del ciclo e i mercati lo stanno prezzando: Bailey ritiene di essere già in territorio restrittivo, con l’economia che sta dando forti segnali di rallentamento. Al tempo stesso però Bailey ha confermato che non sono stati discussi tagli per il 2024, e qui arriva il decoupling con quanto invece i mercati ritengono. I mercati stanno infatti già prezzando la possibilità di tagli a maggio.

Una situazione se vogliamo simile a quella di Washington: ciclo probabilmente finito, ma i mercati ritengono che si inizierà a parlare di tagli ben prima di quanto ammettano per ora Jerome Powell e i governatori delle divisioni statali di Fed, che reiterano l’impossibilità allo stato attuale di tagliare i tassi nel 2024.

Situazione ancora difficile per diverse delle principali valute

Da Tokyo poche novità edificanti

Anche dall’altro lato del mondo, a Tokyo, le novità non sembrano essere edificanti: lo yen è stabile sopra quota 150, quota che soltanto pochi giorni fa era ancora ritenuta la soglia sopra la quale non ci si dovrebbe mai trovare. Le ultime misure di BoJ, pur percepite come un passo nel futuro ritorno alla normalità, non stanno aiutando, così come non è di alcun aiuto il sentiment risk on dei mercati, che stanno così esercitando ulteriore pressione sulla divisa nazionale giapponese.

L’incertezza permarrà fino a quando, lato dollaro, non si saranno espressi tutti i membri che hanno in calendario dichiarazioni pubbliche in agenda per oggi, cosa che però difficilmente cambierà il quadro di uno yen mai debole come oggi, nonostante le ricorrenti minacce del governatore di Bank of Japan Kazuo Ueda.

Trading ancora tecnico per il resto della settimana?

Con ogni probabilità sì, per quanto ci sarà da attendersi del movimento per dati che in una settimana così fiacca saranno certamente importanti: i primi riguardano l’andamento del mercato del lavoro negli Stati Uniti, termometro importante sia per capire quanto stia rallentando l’economia, sia quanto spazio abbia ancora Fed per eventuali rialzi.

Ci saranno poi, per tornare a Londra, dati sul PIL che dovrebbero certificare il forte rallentamento dell’economia, che da solo potrebbe bastare a riportare l’inflazione verso il 2% anche in assenza di ulteriori manovre restrittive da parte di Bank of England.

In uno scenario del genere però, rimarrà sempre il dollaro USA la valuta da battere, con i programmi per un inversione del trend che dovrà essere rimandata con decisione a data da definire, a meno di clamorose sorprese dal fronte dei dati macro.

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