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Tassi: tante banche centrali decidono in settimana

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Sarà una settimana piuttosto intensa, almeno in termini di appuntamenti delle principali banche centrali, che saranno chiamate a decidere sui tassi di interesse di riferimento delle loro economie. Per quanto si dovrà aspettare quella successiva per sentire cosa avrà da dire anche Federal Reserve. Sarà una settimana che vedrà impegnate BCE, la banca centrale della Norvegia, quella turca, quella del Giappone e altre banche centrali minori e che al tempo stesso devono affrontare situazioni molto diverse in termini di crescita potenziale e di contenimento dell’inflazione.

Per quanto il grosso delle decisioni siano fondamentalmente scontate, ci sarà comunque da guardare o piuttosto da ascoltare ogni uscita da parte dei governatori, che dovranno cercare di offrire una ricognizione precisa del cammino fatto fino ad oggi, e soprattutto dei prossimi passi, anche allo scopo di preparare i mercati ad eventuali cambi di piani. Tra le banche centrali minori, si riunirà anche quella della Nigeria, che è al centro di un tentativo di tutela della propria divisa nazionale e di ricostruzione di riserve di valuta estera che ormai scarseggiano. E sarà questo a muovere principalmente il mercato Forex in settimana.

In settimana decidono tante banche centrali

L’economia torna in mano alle banche centrali per la prossima settimana

Sarà una settimana densa di incontri ma priva di grandi decisioni, con ogni probabilità. Inutile infatti aspettarsi per ora primo taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, per il quale Christine Lagarde ha indicato metà anno come data più probabile. Sarà al tempo stesso inutile aspettarsi nuovi aggiornamenti da Bank of Japan, che dovrebbe tornare ad imporre tassi di interesse positivi, per quanto dovrà tenere conto di altre (e per il momento più pressanti) questioni, a partire dalle conseguenze economiche del terremoto di Noto, che hanno impattato su un’economia già in importante difficoltà.

Anche per quanto riguarda Bank of Canada non ci si aspettano grandi cambiamenti. I tassi rimarranno al 5%, per il quarto nulla di fatto consecutivo che segnala come sia ancora necessario, anche nel Nord America, giocare d’attesa e aspettare dei dati più chiari sia per quanto riguarda la tenuta del mondo del lavoro, sia per quanto concerne il ritorno verso il 2% di inflazione, target che continuerà ad essere il mantra per le diverse banche centrali, almeno per quelle che amministrano le politiche monetarie delle economie più avanzate del pianeta.

Discorso diverso per le economie emergenti. La banca centrale nigeriana tornerà a riunirsi per la prima volta da luglio, all’interno di un 2024 che appare già come particolarmente difficile. Inflazione fuori controllo e azzeramento delle riserve di valuta estera pongono sfide di enorme importanza per Lagos, che nel frattempo starebbe cercando di chiudere un prestito/aiuto con la World Bank di 1,5 miliardi di dollari.

Deciderà anche BCE

Tanti incontri, pochi scontri

I trader dovranno prestare più attenzione ai segnali che verranno offerti dai governatori delle banche centrali nel commentare le non decisioni. Sarà l’effetto annuncio il vero motore dei movimenti dei mercati principali, da quello azionario a quello invece del Forex. Un effetto annuncio che però vale sempre meno all’interno dello scontro tra l’invito alla calma delle banche centrali e l’entusiasmo che certi mercati continuano a cavalcare.

Se c’è qualcosa che domina, è certamente l’incertezza che pervade, per loro stessa ammissione, anche le decisioni delle banche centrali. L’inflazione, per quanto il picco sia ormai alle spalle, continua a costituire una minaccia importante e che invita a non abbassare la guardia. E che potrebbe uscire rinforzata dalle recenti problematiche sul Mar Rosso che stanno costringendo ad un ripensamento della logistica mondiale. Ripensamento che però allunga i tempi delle consegne e le rende più costose. Qualcosa che dovrà essere anche assorbito dai prezzi finali. E dunque dall’inflazione.

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