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Turchia: lira in discesa dopo dati su inflazione
L’inflazione torna ai massimi in Turchia, per quanto il grosso degli analisti se lo aspettassero e per quanto siano impazienti tanto i cittadini turchi quanto gli operatori di mercato di vedere un deciso riavvicinamento a tassi di aumento dei prezzi più normali e in linea con il resto del mondo. La cura da cavallo messa in piedi dalla Banca Centrale, fatta di un inasprimento importante dei tassi di interesse a Ankara, non ha ancora sortito i suoi effetti.
E non potrebbe essere altrimenti: il cammino verso il ritorno alla normalità – per quanto fatto di mosse piuttosto ortodosse di economia politica e monetaria, sarà ancora molto lungo. Il grosso degli analisti prevedono addirittura che il picco si farà registrare soltanto nel secondo trimestre del 2024, mentre però continueranno a livello locale lacrime, sangue e l’implementazione dei durissimi passi che dovranno pur essere compiuti per tornare a una sorta di stabilità di medio e lungo periodo. Nel frattempo la lira turca cede qualcosa contro il dollaro, per una lettura molto particolare di questa notizia della quale parleremo nel corso di questo approfondimento.
Inflazione ancora su in Turchia: la lira cede qualcosa
Si tratta di un altro aumento dell’inflazione rispetto al mese precedente, ma le cose non sono come sembrano. Nel mentre di una cura che avrà come obiettivo quello di non uccidere il paziente, il dato sull’aumento dei prezzi in Turchia continua a essere impietoso, segnale inequivocabile del fatto che dalle parti di Ankara il cammino sarà ancora molto lungo. Un cammino lungo che dovrà prevedere almeno un altro rialzo dei tassi a dicembre – la banca centrale si riunirà il 21 a tale scopo – che i mercati ritengono sarà di 250 punti base, gli ultimi con ogni probabilità di questo ciclo di rialzo dei tassi.
Un ciclo che è stato avviato con grande convinzione subito dopo le elezioni e subito dopo l’arrivo di donne e uomini nuovi sia a capo della Banca Centrale, sia a capo del dicastero dell’economia e delle finanze.
Si tratta di un dato relativamente buono, con diversi analisti che si aspettavano una lettura possibilmente superiore dovuta a maggiori consumi di energia, anche per il riscaldamento e che prevedono in generale che dovrà fare fronte anche alla prossima stagione di elezioni locali, che potrebbero far perdere, passateci il gioco di parole, la proverbiale Trebisonda alla manovra di lacrime e sangue che è ormai quanto cantano non solo i solisti della banca centrale, ma anche il coro politico.
La Lira Turca a fronte di una lettura leggermente migliore delle aspettative ha perso del terreno nei confronti del Dollaro USA, dato che per l’appunto ci si aspettava un dato peggiore. A colpire inoltre TRY il segnale inequivocabile di un calo dei consumi è conseguenza diretta dei costi importanti del capitale che – finalmente per molti – sono diventati la norma a Ankara.
Intanto ai mercati il nuovo corso turco piace, e parecchio
I mercati, nonostante i dati non possano poi essere migliori di così, in realtà hanno già dato segni di importante apprezzamento per questo nuovo corso dell’economia pubblica turca. S&P ha recentemente migliorato l’outlook del debito pubblico turco, che da marzo 2023 è passato prima da negativo a stabile e poi da stabile a positivo. Certo, siamo ancora in pieno territorio speculativo e anche qui il cammino sarà lungo, ma sono comunque segnali positivi che stanno accompagnando un piano certamente coraggioso di ritorno alla normalità.
Per ora occhi puntati sulla Lira, che in attesa di nuovi dati che arriveranno tanto dalla banca centrale quanto dai mercati, sarà il vero termometro per capire a che punto si trovi Ankara di un percorso lungo, e faticoso soprattutto per la cittadinanza.