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Lira Turca: Ankara punta a aumentare riserve in valuta estera

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Written by Alessio Ippolito
Attivo nel settore del digitale dal 2008, ricopro il ruolo di CEO e fondatore di ALESSIO IPPOLITO S.R.L. Editore, un'entità che possiede una rete di oltre 70 siti internet, concentrata sul mondo degli investimenti finanziari. Registrato presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma dal 22/02/2022. Attualmente, sono il direttore responsabile della rinomata pubblicazione sulle criptovalute, Criptovaluta.it. A marzo 2023, ho assunto inoltre la direzione di TradingOnline.com, espandendo ulteriormente il mio impegno nel giornalismo finanziario.
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Fact checked by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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La Turchia fa una solenne promessa che interesserà i mercati Forex e la affida a Mehmet Simsek, nuovo ministro delle finanze dell’altrettanto nuovo corso – maggiormente ortodosso – della politica monetaria di Ankara. Con il Fondo Monetario Internazionale che riduce le previsioni di crescita per il 2024, l’obiettivo turco sarebbe quello di ricostruire riserve di valuta estera per il momento piuttosto malconce.

Questo all’interno di un più ampio piano per la riduzione dell’inflazione che ha colpito il paese, che continua a viaggiare in doppia cifra e che ora dovrà essere contenuta con una cura da cavallo a base di tassi molto elevati. Tutto il contrario di quanto si è fatto fino a prima delle recenti elezioni che hanno confermato Recep Tayyip Erdogan come presidente della Repubblica Turca. Un ritorno all’ortodossia che avrà effetti anche per TRY sulle piazze internazionali, che potrebbero interessare i trader delle coppie cosiddette esotiche.

Ankara cambia passo

Il lungo cammino di Ankara per il ritorno a una normalità monetaria

Anni di tassi innaturalmente bassi continueranno a produrre i loro effetti sull’economia turca e anche sulla sua valuta, la malandata lira. Con i cambi che continuano, verso le valute più pregiate, a essere ai massimi storici per TRY, Ankara è certa di doversi sottoporre a una cura importante, nella speranza che non si ammazzi, proverbialmente, il paziente. Mehmet Simsek, alla guida del ministero più caldo della Turchia, ha confermato a mezzo X che il piano del paese è però tracciato, in particolare in termini di riserve di valuta pregiata.

Simsek ha infatti confermato che il paese continuerà a accumulare, alle condizioni permesse dai mercati, valuta estera. Un piano di lenta ricostruzione che parte dal momento più buio per i forzieri di Ankara, fino a qualche mese pressoché svuotati di dollari e di euro. Un cammino che ha come obiettivo principale il ritorno dei capitali esteri che avevano permesso il primo boom del primo governo Erdogan e che punterà in particolare a ricostruire un’immagine, soprattutto economica, compromessa nel corso degli ultimi anni.

Il piano sembra piacere al Fondo Monetario Internazionale, che in una nota di venerdì 6 ottobre ha confermato la sua approvazione delle intenzioni di Ankara. Approvazione forse scontata, ma che è un ulteriore segnale del cambio di passo alla Sublime Porta.

Pressioni lira turca
Ancora pressioni sulla Lira Turca

La cura per ora funzionicchia, almeno per TRY

Complice un dollaro USA molto forte sulle piazze internazionali, l’ultima settimana di scambi non è stata granché favorevole per la lira turca, che pur si trova a una certa distanza dai massimi toccati in occasione delle elezioni e prima che diventassero di pubblico dominio le nuove politiche targate Simsek. Contro il dollaro la lira turca rimane comunque sotto i 28 e rimane sotto la soglia psicologica dei 30 contro l’euro. Un livello che è ormai mantenuto da settimane e che segnala quantomeno l’arresto dell’emorragia che aveva toccato la lira turca TRY nel corso dell’estate.

Il cammino sarà certamente ancora lungo, sarà difficile ma al tempo stesso con un vasto appoggio politico, con la piattaforma elettorale di Erdogan che ha basato una parte rilevante della sua campagna internazionale su una lotta senza quartiere all’inflazione. Lotta che potrebbe ripercuotersi anche sulla lira turca, al netto del piano di ricostruzione di riserve in valuta straniera che finirà per esercitare pressioni sul valore di TRY sulle principali piazze internazionali.

Il dado però è tratto: starà al ministro delle finanze Simsek trovare un equilibrio che per molti è impossibile – e starà al resto della politica turca arginare politiche e proteste che immancabilmente si genereranno quando le politiche monetarie restrittive cominceranno a produrre i loro effetti. Per un paese commercialmente e industrialmente sviluppato, con una penuria però storica di materie prime, una valuta che recuperi un po’ di forza sembra essere l’unica medicina possibile per un ritorno alla normalità.

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