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USA: arriva accordo contro shutdown. Mercati brinderanno?
Nel cuore della notte è arrivato l’accordo che soltanto ieri erano in pochi a aspettarsi. Il Congresso ha trovato infatti la quadra e in tempi record ha completato un accordo che eviterà lo shutdown ritenuto quasi certo fino al primo pomeriggio di sabato 30 settembre. È un accordo parziale, che permetterà al governo federale di operare in regime di normalità fino al 17 novembre prossimo e che è stato già firmato dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Si chiude al tempo stesso una diatriba interna al Partito Repubblicano, con la frangia più intransigente che aveva minacciato l’House Speaker Kevin McCarthy di rimozione nel caso in cui avesse siglato l’accordo con i democratici che avrebbe permesso al governo di superare l’impasse e evitare lo shutdown. L’accordo sarà ricordato come uno dei più rapidi a essere approvati: sono bastate 12 ore per farla passare dalla House al Senato e essere approvato.
Niente shutdown, economia salva?
La questione shutdown non è soltanto politica. Da almeno due settimane analisti e economisti, in particolare se vicini alla Casa Bianca, hanno avvisato sugli effetti deleteri che lo shutdown avrebbe avuto sull’economia USA. Si è arrivati a parlare di compressione dell’economia fino allo 0,3% – compressione che si sarebbe aggiunta alla già complicata situazione dovuta agli scioperi di Detroit. Una combinazione che – non senza una punta di esagerazione – in diversi avevano ritenuto essere la croce definitiva sulle possibilità di soft landing negli Stati Uniti. Non si avranno mai le conferme per questa analisi, dato che nella notte tra sabato e domenica (ora italiana) è arrivato un accordo tra Democratici e Repubblicani che ha rimandato lo shutdown al 17 novembre prossimo.
L’accordo permetterà dunque alle agenzie federali e più in generale al governo di continuare a spendere, pagare salari e funzionare in condizioni di normalità. Questo nonostante diverse agenzie avessero già anticipato questioni urgenti. Lo ha fatto SEC, con l’approvazione di diversi veicoli di investimento che sarebbero dovuti essere approvati nel corso di ottobre.
Fermi gli aiuti all’Ucraina
Per quanto i giornali parlino di vittoria di Democratici e dei Repubblicani più lontani dalla frangia trumpiana, sono state comunque fatte delle concessioni. All’interno dell’accordo non sono infatti rientrati nuovi finanziamenti per il governo ucraino.
Questo almeno fino al 17 novembre, oppure fino a un nuovo accordo – separato dalla questione shutdown – che è stato già richiesto da Joe Biden, che ritiene fondamentale che si prosegua con aiuti consistenti al governo ucraino. Questo a una settimana di distanza dall’incontro con Volodymyr Zelenskiy, che aveva richiesto nuovi sistemi d’armi. Con ogni probabilità ci saranno tentativi di accordo tra le parti, per quanto per il momento sembrino impercorribili.
Cosa aspettarsi dai mercati
Gli effetti che l’accordo potrà avere nei confronti dei mercati sarà da valutarsi lunedì alla riapertura delle borse e – per il Forex – all’apertura della sessione asiatica quando in Italia sarà la tarda serata di domenica 1 ottobre. I mercati potranno tirare un sospiro di sollievo, per quanto l’assenza di uno shutdown potrebbe rinfocolare atteggiamenti hawkish da parte di Federal Reserve, qualcosa che i mercati forse temono più di un eventuale shutdown.
Ci sarà poi da tenere conto del fatto che tra 6 settimane dovranno necessariamente riprendere le trattative per un ulteriore accordo, dato che quanto siglato nel corso della nottata tra sabato e domenica permetterà al governo federale di operare senza stop soltanto fino al 17 novembre. Data più interessante, perché arriverà dopo la prossima riunione del FOMC che indicherà le decisioni di Federal Reserve. Per Jerome Powell e la sua squadra, la decisione si farà dunque più complicata – e con minori elementi chiari sui quali basare la propria decisione.