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USA-Cina: Congresso prepara banche alla guerra
L’incontro di qualche settimana fa negli Stati Uniti tra Xi Jinping e i vertici della politica USA era stato interpretato da tutti o quasi come un segnale di distensione tra le due superpotenze. Non sembrerebbe essere però dello stesso avviso il comitato che si occupa appunto dei rapporti con la Cina in senso al Congresso. Tra le diverse raccomandazioni fatte a Federal Reserve e a agenzie governative federali, ce ne sono almeno un paio da far venire i brividi tanto a chi si muove sui mercati quanto a chi è destinato, in un modo o nell’altro, a subirli. Il Congresso, all’interno di un report bipartisan ha invitato Fed a prepararsi per il peggio.
Per il momento viene proposta – con necessità però impellente – una serie di stress test per il sistema bancario statunitense, nel caso in cui si dovesse perdere accesso ai mercati cinesi. Perdita di accesso che sarebbe conseguente, ça va sans dire, ad eventuali conflitti diretti o indiretti, e di carattere militare, con Pechino. E all’interno delle raccomandazioni ci sono anche avvisi per gli alleati.
Il Congresso avverte ancora la tensione con la Cina. E invita Fed a prendere provvedimenti
Si tratta per il momento soltanto di un consiglio, e forse di eccessiva premura nel prepararsi per il peggiore scenario possibile, ma vale comunque la pena tenerne conto per capire in quale scenario si stanno muovendo le principali potenze mondiali. Il Congresso degli Stati Uniti ha infatti come obiettivo quello di imporre a Federal Reserve una serie di test per valutare la tenuta del sistema bancario americano nel caso in cui le cose dovessero andare per il peggio con la Cina. Un evento, questo, che potrebbe verificarsi in caso di aggressione cinese diretta o indiretta (Taiwan) agli Stati Uniti e ai suoi alleati.
Non è chiaro quanto sia remota per ora la possibilità, con i commentatori divisi tra profeti di sventura e chi invece indica in queste mosse semplicemente preparativi per uno scenario che non si verificherà mai. E non è neanche chiaro che tipo di test saranno condotti: quello che interessa è che si sia certi della tenuta delle banche USA a fronte di una possibile chiusura degli accessi verso l’economia e i capitali cinesi.
Durante l’anno sono state condotte anche delle esercitazioni mascherate da workshop insieme ai vertici della finanza USA per valutare impatto e possibili reazioni nel caso in cui Pechino dovesse attaccare Taiwan.
La commissione vuole anche un ufficio di coordinamento
Ufficio che dovrebbe coordinare le valutazioni sul possibile impatto in termini finanziari, di supply chain e anche di eventi indirettamente economici nel caso in cui si dovesse arrivare ai ferri corti con il Partito Comunista Cinese.
Confermata inoltre la volontà di tagliare la Cina dall’approvvigionamento di chip ad alta tecnologia, una delle mosse per ora più importanti di guerra economica tra Washington e Pechino, con le cose che si complicano anche per quelle aziende che vorrebbero vendere chip depotenziati verso oriente e a quelli che ad oggi sono trattati a tutti gli effetti come nemici degli Stati Uniti.
La tensione c’è, forse cresce e gli incontri delle ultime settimane non hanno aiutato in alcun modo a dissiparle, per un livello dello scontro che continua a salire, anche se per oggi soltanto in termini di preparativi.
Difficile che i rapporti tornino a raffreddarsi a stretto giro di posta, con le relazioni con la Cina che saranno un tema importante anche della prossima tornata elettorale, per la quale inizieranno a scaldarsi i motori a breve, almeno in termini di primarie. Per ora il Congresso… si prepara a un peggio che tutti sperano che non arrivi mai.