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Al via inconti USA-Cina: economia al centro

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Giovedì 9 novembre è in calendario un incontro tra Janet Yellen, del Tesoro USA, e He Lifeng, vice primo ministro della Repubblica Popolare Cinese. La notizia è rilevante per i mercati perché dagli incontri, che si protrarranno per due giorni, si parlerà soprattutto dei rapporti economici, tesi quanto quelli politici, all’interno di un contesto di sanzioni già nel pieno della loro forza. I rapporti tra i due paesi sono a un minimo storico e almeno secondo alcuni analisti l’incontro potrebbe essere propedeutico a un incontro da Joe Biden e Xi Jingping la prossima settimana.

Speranze che per il momento però sembrano essere mal riposte: il livello di tensione effettivo è tale da precludere, almeno in assenza di evoluzioni estremamente positive nei prossimi due giorni, un incontro faccia a faccia. Gli Stati Uniti sembrano arrivare all’incontro, in aggiunta, da una posizione di forza quantomeno economica.

USA e Cina provano a ricucire

Cina e USA provano a riallacciare i rapporti?

L’incontro tra Janet Yellen e He Lifeng sarà molto importante per i possibili risvolti economici, in particolare per l’economia cinese. Un’economia che, secondo qualunque tipo di dato, è in forte rallentamento. Continua infatti la fuga di capitali dalla Repubblica Popolare, in combinazione a una situazione sul fronte delle grandi società immobiliari complicata e a un calo altrettanto importante della domanda interna. A contribuire ai problemi di Pechino hanno certamente contribuito anche diversi atti di pura guerra commerciale da parte di Washington.

Dalla restrizione per determinate società per gli investimenti in Cina al blocco delle esportazioni di chip ad alto contenuto tecnologico, le manovre del governo di Joe Biden hanno contribuito a un aggravamento delle problematiche alle quali Pechino deve fare fronte – e che almeno sul fronte geopolitico hanno portato a un forte ridimensionamento delle ambizioni della Repubblica Popolare.

Saranno tanti i dossier sul tavolo, con un esito delle conversazioni che è per il momento quanto mai incerto. Non è chiaro cosa potrà mettere sul tavolo la Cina e non è chiaro quali siano le eventuali risposte e offerte da parte di Washington. La necessità per entrambi però è di provare a attenuare un conflitto che nessuno ha il coraggio di definire come tale e che sta avendo degli importanti risvolti sul piano geopolitico e anche economico.

Tensioni massimi livelli Cina USA
Tensioni ai massimi ormai da mesi

Aspettative molto basse

Le aspettative sono molto basse, almeno secondo gli analisti. A gravare sulla possibilità di un netto miglioramento delle relazioni tra i due paesi è la natura competitiva tra quelli che appaiono sempre di più come blocchi in conflitto per il controllo, economico e politico, del resto del mondo.

La Casa Bianca non si aspetta un incontro diretto tra Joe Biden e Xi Jinping, un faccia a faccia tra i due presidenti, anche in presenza di marginali miglioramenti nelle relazioni tra i due paesi che potrebbero emergere dall’incontro tra Yellen e Lifeng.

I mercati guarderanno con il fiato sospeso l’incontro e cercheranno di interpretare qualunque dichiarazione, per quanto verrà effettuata con la lingua della diplomazia, che verrà effettuata dai rispettivi entourage. Ci si aspetta un ammorbidimento nei toni che in realtà è partito già da tempo, per quanto siano conseguiti dei risultati piuttosto modesti in termini di riavvicinamento tra i due paesi.

Ora entrambi gli schieramenti però, per quanto nessuno abbia desiderio di parlarne, hanno questioni più pressanti di cui occuparsi e un parziale allentamento delle tensioni potrebbe giovare a entrambi.

Shanghai, in avvicinamento all’importante serie di incontri, rimane in fase laterale, segno che le preoccupazioni per Pechino rimangono ai massimi livelli. E non potrebbe essere altrimenti, nonostante dati economici leggermente superiori alle aspettative. Le novità, forse, serviranno più alla Repubblica Popolare che a Washington, almeno sul piano economico.

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