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USD alla prova dei tassi. I mercati scongiurano ulteriori rialzi

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Non ci saranno rialzi dei tassi negli Stati Uniti durante la prossima riunione del FOMC che si terrà i prossimi 19 e 20 settembre. I dati sull’occupazione americana diffusi venerdì sono stati, almeno per i mercati, la pietra tombale sulle velleità di ulteriori rialzi da parte di Federal Reserve . Jerome Powell aveva più volte ripetuto, durante gli ultimi incontri, il desiderio di vedere un mercato del lavoro in raffreddamento, cosa che è avvenuta con gli ultimi dati diffusi dagli enti statistici federali.

Non dovrebbe trattarsi di uno stop definitivo ai rialzi e di un’anticipazione del pivot, il punto di inversione tra politiche monetarie restrittive e politiche monetarie espansive. I dot plot dei direttori di Federal Reserve continuano ad indicare un target per i tassi di interesse ancora più alto, tra i 25 e i 50 punti base rispetto ai tassi praticati attualmente. Questo a patto che l’inflazione non stia preparando scherzi e un ulteriore rimbalzo.

I mercati ne sono certi: nessun rialzo a settembre per i tassi di Washington

I mercati scontano al 96% l’ipotesi di nessun rialzo

Il dato a cui guardare per orientarsi è quello diffuso da CME – il Chicago Mercantile Exchange tramite il suo Fed Watchtool, che raccoglie dalle operazioni di chi fa trading sui tassi di interessi e interpolando i dati con il prezzo dei futures sui Fed Fund a 30 giorni.

Il dato, mentre si scrive questa guida, sembra non avere granché dubbi. Al 94% non ci sarà alcun rialzo per questa tornata del FOMC, che è prevista per il 19-20 settembre, con la decisione sui tassi che verrà comunicata al pubblico durante la seconda giornata della riunione.

Un misero 6,0% invece per un rialzo di 25 punti base, ipotesi che non ha mai preso piede successivamente all’ultimo rialzo e che dopo i dati sull’occupazione che arrivano da Washington può essere considerato come ipotesi altamente improbabile, se non impossibile.

Una crescita di tassi molto ripida, che potrebbe però essere arrivata a fine corsa

La possibilità di una sorpresa dall’inflazione?

Tra oggi e la decisione del FOMC ci sono ancora 16 giorni e un dato al quale i mercati guarderanno con una certa attenzione. Il 13 settembre, quando in Italia saranno le 14:30, saranno diffusi i dati sull’inflazione classica e sull’inflazione Core, con la seconda che è di maggior interesse per Jerome Powell di Federal Reserve.

Rimane questa l’ultima possibilità di modifiche di traiettoria per i tassi, limitatamente però alla riunione di settembre, con quella del 31 ottobre e 1 novembre che potrebbe far tornare l’atteggiamento hawkish di Federal Reserve, che continua a dirsi più che intenzionata a combattere, con tutti gli strumenti possibili, l’inflazione.

Dollaro alla prova dei tassi, ma non solo

Il Dollaro USA sui mercati Forex sarà alla prova dei tassi, con Federal Reserve che potrebbe arrivare al pivot prima di BCE – ma non necessariamente prima di Bank of Canada e di altre economie occidentali che cominciano a mostrare qualche segno di scricchiolio.

Discorso diverso contro lo Yuan, con Pechino che prepara delle misure di sostegno importanti e che però, almeno fino ad adesso, non hanno sortito grandi effetti.

L’inflazione intanto continua a tenere sotto pressione l’Euro, con Francoforte che sembrerebbe essere piuttosto indietro rispetto a Washington in termini di lotta all’inflazione. Sarà con ogni probabilità questo il tema a dominare il mercato valutario delle prossime settimane.

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