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Vince Javier Milei: reazione positiva dei mercati
Se ne sono scritte di tutti i colori su quello che, almeno fino a ieri, era soltanto uno dei due candidati alla presidenza argentina. Oggi abbiamo la certezza che Javier Milei sarà il prossimo presidente di Buenos Aires, per quanto per le reazioni dei mercati si dovrà aspettare martedì 21 novembre, dato che per i mercati saranno chiusi oggi per festa nazionale. Tuttavia certi mercati non dormono mai: i bond hanno recuperato 2 centesimi sul dollaro, salendo sopra quota 30/100 sulle piazze internazionali e per le azioni ci si aspetta una corsa simile. Diverso il discorso per quanto riguarda il peso argentino, che potrebbe essere il primo dei rami secchi che Milei ha promesso di tagliare una volta salito al potere.
Saranno considerazioni certamente da rimandare alle prossime settimane, con quello che abbiamo per ora è quanto è stato raccolto durante la campagna elettorale e il primo discorso fatto da Milei da presidente, per quanto finirà per occupare lo scranno più importante dell’Argentina soltanto il prossimo 10 dicembre.
Javier Milei il moderato
Tra il girare con la motosega durante la campagna elettorale e comportarsi da presidente, dice il buon senso, c’è la stessa distanza che troviamo tra il dire e il fare. E in questo senso potrebbe essere letto il primo discorso da presidente in pectore del più radicale dei candidati ad aver vinto, in tempi recenti, un’elezione.
Javier Milei è apparso di fronte al pubblico con toni certamente più pacati e che nessuno avrebbe immaginato dopo una campagna elettorale al fulmicotone e che non ha risparmiato insulti per la vecchia aristocrazia politica argentina e per la sinistra, alla quale il nuovo presidente dell’Argentina si è sempre rivolto con il dispregiativo zurdos. Quel che interessa ai mercati però non è quanto continuerò con il suo stile aggressivo di comunicazione, ma cosa farà effettivamente una volta che sarà al potere. Ed è proprio dal primo discorso di Milei che possiamo effettuare una ricognizione.
In primo luogo non ha fatto alcun riferimento al suo piano per sostituire il dollaro USA al peso argentino, proposta che è stata uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale e che, almeno per il momento, dubitiamo che sarà messa da parte. C’è stato il riferimento però ad un ampio programma di tagli e di revisione dell’ingessato sistema economico dell’Argentina, con un invito al ritorno ai tempi che furono, quando l’Argentina era uno dei paesi con maggiore benessere al mondo. Un ritorno, per dirlo con le parole di Milei, alla libertà che sarebbe l’unico fattore in grado di garantire prosperità.
Cosa si aspettano i mercati? Per quanto Milei sia apparso nei toni più calmo del solito, rimangono le aspettative per modifiche rapide al funzionamento del sistema economico argentino. Si parla già di privatizzazione di asset statali quali tv e radio pubbliche, nonché altre agenzie che, almeno secondo il mileismo non avrebbero ragione di rimanere nelle mani dello stato.
Per il peso si guarda ai mercati crypto
Data la vacanza forzata a Buenos Aires e data la difficoltà di rilevare il vero prezzo del peso, è ai mercati crypto che si deve guardare per capire cosa stia succedendo a ARS, il peso argentino. L’andamento è in realtà altalenante: picco a mezzanotte ora italiana, quando il risultato pro Milei sembrava quasi certo e rapido rientro in quota 1.000 contro appunto il token che rappresenta il valore del dollaro USA.
Rimane comunque l’outlook fortemente negativo per il peso, che passi o meno in tempi rapidi il programma di dollarizzazione che Milei vorrebbe imporre. Le condizioni economiche dell’Argentina, per quanto rapide potranno essere le riforme, rimangono in verità assai precarie.
Per azioni e bond però la musica potrebbe essere parecchio diversa, sia tra quelle che sono scambiate negli USA, sia tra quelle che invece torneranno a essere scambiate domani.