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Wall Street piatta mentre aspetta interessi e inflazione
Anche Wall Street si dimostra piuttosto cauta in attesa dei due dati più importanti della fine del 2023, nominalmente l’inflazione negli Stati Uniti e, poco più di 24 ore dopo, la decisione sui tassi di interesse da parte del FOMC. Il tutto all’interno di una chiusura dell’anno che è stata generalmente positiva e che poggia su due diversi assunti: il primo è che Federal Reserve taglierà i tassi prima del previsto, e cioè prima di quanto previsto soltanto qualche settimana fa. Il secondo dipende invece dalla possibilità che ci sia un soft landing.
Una possibilità certamente presente ma che per i più scettici altro non è che il solito wishful thinking delle borse, che peccano quasi sempre di eccessivo ottimismo. Le parole di Jerome Powell dopodomani, mercoledì 13 dicembre, aiuteranno senza dubbio a sciogliere qualche dubbio, per quanto in genere siano accompagnate da analisi poco nette, dato anche lo stile comunicativo del capo della banca centrale più potente del mondo.
Wall Street gioca d’attesa: maggiori indici piatti
Un gioco d’attesa. Sembra che nessuno voglia esporsi eccessivamente sui mercati a meno di 24 ore dalla lettura dei dati sull’inflazione. Le previsioni vedono sia quella Core, più importante per Federal Reserve, sia invece la CPI classica piuttosto piatte, con il riavvicinamento sostanziale e sostanzioso verso il target del 2% che sarà questione da rimandare certamente a anno nuovo. La cautela è massima anche in presenza di una convergenza di tutte le previsioni sulla decisione del FOMC. Non ci saranno rialzi, in linea con quanto in realtà i mercati pensano da tempo.
In questa situazione, nessuno però vuole mettere le proprie fiche sul tavolo: l’incertezza è massima, perché tutto dipenderà, come abbiamo visto poco fa anche riguardo il mercato del Forex, da quanto lascerà trapelare Jerome Powell, capo di Fed, che dovrà prendersi la scena alle 20:30 di mercoledì 13 dicembre e spiegare al mondo l’outlook dell’istituto di cui è al comando.
In una situazione del genere, mentre i mercati hanno scommesso con forza nel corso dell’ultimo mese sia sul soft landing sia su un pivot dei tassi che arriverà relativamente presto, è più che normale che nessuno o quasi si senta di alzare le puntate.
Puntate che potrebbero ripartire in seguito a una lettura più positiva delle attese per quanto riguarda l’inflazione. Arcano, questo, che verrà sciolto domani prima dell’apertura dei mercati USA.
Sogni di soft landing
Il tema di cui nessuno potrà e vorrà parlare è quello del soft landing. Jerome Powell con ogni probabilità affermerà che gli scenari dei modelli di Federal Reserve in realtà non escludono ancora la possibilità di un atterraggio morbido, senza però al tempo stesso sottolineare che potrebbe essere fondamentale rientrare su livelli di tassi più consoni il prima possibile.
Come ha ricordato correttamente Bloomberg nel suo ultimo editoriale, Jerome Powell avrà l’ennesimo ingrato compito, ovvero quello di dover fare l’equilibrista tra le aspettative positive del mercato e la necessità di non accendere eccessivamente l’economia, vanificando almeno in parte gli sforzi fatti contro l’inflazione.
Nel mezzo gli investitori, che per oggi sono fermi in attesa di una settimana che potrebbe vedere una volatilità importante, nell’uno o nell’altro senso.
L’unica scommessa da fare, ma che nessuno vuole inserire in portafoglio, è su una risposta dell’inflazione maggiore di quanto ci si aspetti, pur dopo un lungo ciclo di politiche monetarie restrittive. Politiche monetarie restrittive che non hanno però ancora terminato di produrre i loro effetti sull’economia. Politiche monetarie restrittive che potrebbero essere sempre la goccia che fa traboccare il vaso proverbiale, rendendo un sogno irraggiungibile l’atterraggio morbido che Wall Street ha almeno in parte scontato. Ne sapremo di più tra poche ore.