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Dollaro USA alla prova di Powell: in settimana due macro eventi

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Martedì i dati sull’inflazione, mercoledì la decisione – in verità assai scontata – del FOMC sui tassi di interesse. Dopo un periodo di relativa calma si tornerà a parlare di ciò che conta di più per il mercato del Forex e dunque delle prossime decisioni di Federal Reserve in termini di tassi. In realtà sia le previsioni sull’inflazione sia quelle sulla prossima decisione del FOMC sono piuttosto unanimi e per i meno attenti questa potrebbe sembrare come l’ennesima occasione per stare a guardare senza aspettarsi grandi novità.

In realtà però siamo vicini al punto di svolta: i mercati già prezzano un taglio dei tassi a primavera, le banche d’affari più caute invece puntano al terzo trimestre del 2024. In una situazione del genere, con anche ad esempio lo yen che attende le mosse di Washington, ci sono diverse considerazioni da fare per capire come e quando potrebbero muoversi i mercati durante e dopo le parole che Jerome Powell pronuncerà in pubblico, quando in Italia saranno le 20:30 di mercoledì 13 dicembre.

Ancora una volta più dei dati conterà Jerome Powell

Ancora una volta tutti pendono dalle labbra di Jerome Powell

Prima di cercare di capire insieme perché saranno ancora le labbra di Jerome Powell a dettare i tempi dei mercati, in particolare quelli del Forex, sarà il caso di fare qualche passo indietro. Domani martedì 12 dicembre avremo finalmente i dati sull’inflazione USA: Fed guarderà più a quelli Core che all’inflazione classica, ma per entrambe comunque le proiezioni indicano una certa staticità rispetto al dato del mese precedente.

Dopo poco più di 24 ore ci sarà invece la decisione del FOMC in termini di tassi di interesse: anche qui sono in pochissimi a scommettere che FOMC finirà per muoversi verso l’alto o verso il basso, per una staticità che dovrebbe dominare le decisioni e i dati delle prossime ore, per quanto importanti.

In una situazione del genere, a patto che non arrivino appunto dati e decisioni che scompagino le aspettative, occhi e orecchie saranno puntati su Jerome Powell, che come da tradizione prenderà il palco 30 minuti dopo la comunicazione della decisione che riguarderà i tassi di interesse.

In un esercizio che è più di vaticinio che di analisi economica, esperti e giornalisti cercheranno di carpire significati nascosti da ogni frase in bancacentralese che Powell riferirà a spettatori e giornalisti.

Il succo della vicenda è capire come si muoverà Federal Reserve nei prossimi mesi. I mercati prezzano già, anche nel caso del dollaro, il primo taglio dei tassi in primavera, tra marzo e aprile. Toccherà a Jerome Powell cercare di nuovo di calmare gli animi, rimandando tale decisione a più avanti e affermando che è troppo prematuro parlare di taglio dei tassi.

Federal Reserve al centro

Un problema di credibilità, ma un’eventuale sorpresa potrebbe…

I mercati, come già scritto poco sopra, hanno ampiamente scontato un ritorno dei tassi su livelli più bassi già dai prossimi mesi. E questo è stato almeno in parte complice del rally ribassista di USD, anche nei confronti di valute non esattamente in buono stato di salute.

Il quadro entro il quale far rientrare le proprie valutazioni è il seguente: i mercati credono che Fed taglierà in primavera. Ogni rinvio del cosiddetto pivot giocherà a favore del dollaro, in termini di differenziale tra i tassi USA e quelli degli altri paesi.

Se i mercati dovessero avere torto sull’arrivo dei tagli, questo giocherebbe inevitabilmente a favore di un dollaro che, a nostro avviso, ha scontato eccessivamente certe convinzioni, dati anche i pessimi fondamentali di valute che hanno invece avuto un buon rimbalzo nei confronti di USD. L’invito, come sempre, è a valutare con cautela tenendo conto di tutti gli elementi che sono presenti in questa analisi e senza i quali l’esegesi di quanto dirà Powell sarà inevitabilmente monca.

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