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Dollaro: Jerome Powell dovish, ma invita alla calma

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Dopo un novembre da urlo per i mercati, che hanno già ampiamente prezzato dei tagli ai tassi già nella prima metà del 2024, ci ha pensato Jerome Powell a riportare – o meglio, a cercare di riportare – tutti sulla terra. Il capo di Federal Reserve ha provato a gelare i mercati affermando che in realtà è assai prematuro parlare di tagli dei tassi. Vedremo ora alla riapertura dei mercati azionari lunedì se e quanto avranno preso questi sul serio le minacce di Jay Pow.

Al tempo stesso sembrerebbe (quasi) chiaro dalle parole di Jerome Powell che il ciclo di politiche monetarie restrittive sia ormai arrivato al capolinea, dopo un anno da incubo per il costo del capitale. Nel complesso, tuttavia, i mercati hanno interpretato in senso dovish le dichiarazioni di un Jerome Powell che non avrebbe potuto parlare altrimenti. Nel frattempo il dollaro perde qualcosa rispetto a una performance piuttosto statica.

Jerome Powell parla di discussioni sul taglio tassi ancora premature

Sarebbe prematuro concludere che…

Jerome Powell non viene meno alla sua reputazione di produttore di frasi in burocratese, che i mercati passano prima al setaccio e poi all’eventuale esegesi. Nella tarda serata di ieri Jay ha affermato infatti che sarebbe prematuro concludere che abbiamo raggiunto una posizione sufficientemente restrittiva, o speculare… riguardo i possibili tagli, o come li ha appunto chiamata JP, un rilassamento delle politiche monetarie.

Il tentativo era quello di fare una doccia gelata a mercati che si sono rivelati essere eccessivamente pimpanti durante il mese di novembre e che potrebbero chiudere l’anno sulla stessa falsariga.

La sensazione però è che i mercati gli abbiano creduto poco, a partire da quello del dollaro per finire con quello azionario: il dollaro è statico, mentre le borse continuano a prezzare un taglio dei tassi che, secondo gli investitori, arriverà già a partire dalla prima metà del 2024.

Quello che sembra essere definitivamente da scartare è l’ipotesi di un ulteriore rialzo dei tassi, per quanto in diversi da Fed si siano detti nel corso della settimana pronti a intervenire nel caso in cui dovesse presentarsene l’occasione. Un’eventualità però alla quale credono, almeno per ora, in pochi, che hanno già ampiamente prezzato anche sul Forex tagli attesi per la prima metà del 2024.

tassi USA
I mercati hanno già prezzato però i tagli

Occhi puntati sui dati economici

Jerome Powell – e anche in questo caso non avrebbe potuto fare altrimenti – non ha mai nascosto di navigare a vista e di aver organizzato Fed per essere il più possibile reattiva ai dati che arriveranno dai mercati. Per i più cinici, una Federal Reserve che navigherà principalmente a vista.

Jerome Powell si è lasciato scappare anche che, almeno in base ai dati limitati dei quali è in possesso il potente istituto, sembrerebbe quasi ovvio un rallentamento dell’economia di Washington, cosa che – aggiungiamo noi ma anche chi opera sui mercati – non può che far presupporre quantomeno la fine del ciclo di rialzi dei tassi.

Per quanto riguarda il mercato del Forex, difficile per ora orientarsi: con l’eccezione fiacca della Corona Svedese, tutte le principali banche centrali del mondo sembrano essere arrivate alla fine del ciclo.

L’altra eccezione è quella di Tokyo, dove però si vive una situazione certamente diversa e certamente più complessa rispetto a quella delle altre economie avanzate.

Saranno queste decisioni comunque, e più il quando che il se, a dominare e indirizzare i trend di medio e lungo periodo del dollaro e delle altre principali valute.

Per il resto anche noi crediamo che le parole di Jerome Powell debbano essere in larga parte interpretate in senso dovish e dunque senza che siano fonte di eccessiva preoccupazione. Vedremo se ci saranno sussulti in settimana dall’altra parte dell’oceano, quella dell’area euro.

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